ROMA – “Questa ricerca non andava fatta. Inevitabilmente ci sarà un’epidemia, ed entro un decennio”. La mutazione del virus influenzale dell’aviaria che lo ha reso un “supervirus” ad alto contagio preoccupa e divide la comunità medica e scientifica. Richard H. Ebright, professore di chimica ed esperto di armi biologiche dell’università di Rutgers, è convinto che il nuovo ceppo del virus sia un’apocalisse annunciata. Ron Fouchier, virologo dell’Erasmus Medical Center di Rotterdam, uno dei ricercatori che ha eseguito la scoperta, è invece convinto che la mutazione di H5N1 rappresenti una conquista per la scienza. Una convinzione condivisa con il governo degli Stati Uniti, che ora però teme che i risultati delle ricerche possa essere sfruttati dal terrorismo ed ha tentato di censurarne le pubblicazione sulle riviste scientifiche quali Science e Nature. Il virus potrebbe in poco tempo uccidere oltre la metà della popolazione mondiale.
Il virus dell’aviaria è mortale nel 50 per cento dei casi e nonostante i timori rappresentava una minaccia minima per l’uomo, data l’alta difficoltà di contagio nei mammiferi. La mutazione che i ricercatori hanno introdotto lo ha reso un virus a trasmissi0ne aerea, in grado di sopravvivere nell’aria e di attaccare più facilmente le vie respiratorie. “C’erano molti virologi rispettabili che fino a qualche anno fa credevano che H5N1 non potesse divenire un virus a tramissione aerea tra i mammiferi. Io non ero convinto. Per provare che si sbagliavano, dovevamo creare un virus che fosse trasmissibile”, ha detto Fouchier.
Una dimostrazione di capacità dell’uomo di manipolare il mondo che potrebbe costare molto all’umanità intera. Nel 1997, quando il virus dell’influenza aviaria fu scoperto per la prima volta ad Hong Kong negli allevamenti di pollame, le misure preventive per evitare possibili epidemie comportarono la distruzione di tutti gli allevamenti esistenti infettando comunque 600 persone ed uccidendo oltre la metà. Cosa accadrebbe oggi che il pericoloso virus killer è diventato ad altamente contagioso? Nei tecnologici laboratori, allestiti affinché sia impossibile che il virus sia rilasciato, incombe sospeso il pericolo di un errore umano ed un casuale rilascio. Se poi il terrorismo riuscisse ad entrarne in possesso, il rilascio sarebbe letale.
Una nuova morte nera, come l’epidemia di peste del medioevo, sarebbe rilasciata nel mondo. La peste nera veniva diffusa dai topi, clandestini sulle navi mercantili che viaggiavano di porto in porto, e causò la morte di un terzo della popolazione europea. Il virus dell’influenza aviaria è veicolato dagli uccelli i cui flussi migratori comporterebbero una rapida diffusione mondiale, in grado di sterminare la metà della popolazione mondiale. L’ambizione scientifica di un gruppo di ricercatori ora mette in pericolo l’intera umanità: un’apocalisse annunciata che forse non sapremo contenere ed evitare.