Tablet e smartphone prima di andare a dormire: un bimbo inglese su tre li usa. Ma fa male al sonno

Tablet e smartphone prima di andare a dormire: un bimbo inglese su tre li usa. Ma fa male al sonno
Tablet e smartphone prima di andare a dormire: un bimbo inglese su tre li usa. Ma fa male al sonno (Foto Ansa)

LONDRA – Prima di andare a dormire, più di un terzo dei bambini britannici dai sei agli 11 anni è autorizzato a usare tablet, laptop e smartphone, il che, secondo uno studio dell’University of Sheffield, sarebbero venti minuti di sonno in meno a notte, due ore a settimana, rispetto ai coetanei che evitano i dispositivi elettronici.   

I ricercatori hanno intervistato mille genitori con figli dai sei agli 11 anni riguardo le abitudini che hanno prima di andare a dormire e il 60% degli undicenni usa smartphone e tablet. Il che è preoccupante perché i dispositivi emettono una luce blu che sembra interrompa dei segnali importanti: quelli che indicano al corpo che è buio e che è ora di andare a dormire e di conseguenza impedire di produrre la melatonina, l’ormone del sonno.

Anna Weighall, psicologa cognitiva dello sviluppo dell’Università di Sheffield e a capo della ricerca, ha dichiarato: “Il sonno di buona qualità è essenziale per lo sviluppo di un bambino: la mancanza può avere un impatto sul quotidiano oltre ad avere, nel tempo, implicazioni sulla salute. La tecnologia garantisce dei vantaggi ma i genitori devono essere consapevoli dell’impatto negativo che può avere sui bambini quando si tratta di dormire. La presenza di cellulari e tablet nella camera da letto di un bambino, anche se spenti, sono in grado di farli sentire inquieti e influenzano il sonno”.

La ricerca, condotta in collaborazione con il produttore di letti Silentnight, ha rilevato che il 40% dei genitori permette ai figli di sei anni di utilizzare i dispositivi e su sei genitori, uno acconsente “spesso”. 
“Essere genitori è davvero difficile ma dare delle regole chiare sull’uso di smartphone e tablet prima di andare a dormire può fare una grande differenza nel quotidiano dei bambini”, ha osservato Weighall. (Fonte: The Daily Mail)
 

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