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Tbc a Roma, settimo caso al Fatebenefratelli: contagiato un barista

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Tbc a Roma, settimo caso al Fatebenefratelli: contagiato un barista (Foto Ansa)

ROMA – Settimo caso di tubercolosi (Tbc) in quattro mesi all’ospedale Fatebenefratelli di Roma, che comunque fa sapere che la la situazione viene definita “sotto controllo”.

“Stiamo monitorando e gestendo il focolaio dei casi di infezione fin qui registrati e mettendo in atto le misure preventive contro il rischio di trasmissione a pazienti e operatori”, recita una nota del nosocomio. Ma la parola focolaio non rassicura i 1.200 sanitari e dipendenti dell’ospedale sull’Isola Tiberina, nel centro di Roma.

La paura inizia a diffondersi e le notizie ad uscire. Lo stesso ospedale avverte che potranno esserci “altri sporadici casi sospetti”, pur continuando a respingere la parola più temuta: epidemia.

L’ultimo ad essersi infettato è un dipendente del bar interno, gestito da una società esterna. Il primo che non sia un medico o un infermiere (o una studentessa tirocinante) di un reparto di prima linea. Un uomo di 35-40 anni, secondo quanto trapela dall’interno del Fatebenefratelli, che lavorava nell’angusto posto di ristoro al piano terra.

Ha accusato dei sintomi (gli altri casi erano asintomatici), si è sottoposto al Quantiferon, il costoso test sul sangue che rileva la positività, poi a una radiografia e infine alla Tac. Confermata la diagnosi di tubercolosi, è stato messo in isolamento e poi trasferito in una struttura specializzata in malattie infettive, probabilmente l’ospedale Spallanzani.

Stesso iter degli altri sei contagiati, tutti sanitari del pronto soccorso o del reparto Breve osservazione, dove arrivano pazienti di tutti i tipi e di tutte le provenienze. Finora, ha reso noto l’ospedale giorni fa, solo un caso, quello di un medico, è evoluto in tbc conclamata. Un altro in polmonite, altri sono sotto osservazione.

“La situazione è sotto controllo – si legge nella nota dell’ospedale -. Abbiamo già fatto uno screening massiccio su circa un quarto degli operatori dell’ospedale partendo dalle aree più a rischio. Non è escluso che possano essere identificati altri sporadici casi sospetti, individuati precocemente nella fase ancora non contagiosa e che addirittura potrebbero non evolversi mai in malattia”.

Al Fatebenefratelli, controllato dall’Ordine ospedaliero San Giovanni di Dio, alcuni sanitari denunciano ritardi nei test e nelle radiografie per identificare la Tbc, di controlli ogni sei mesi nei reparti più a rischio e ogni anno negli altri. Il contagio di un dipendente del bar potrebbe aumentare la psicosi.

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