Il tennis è lo sport che allunga di più la vita: ti regala 9,7 anni supplementari Il tennis è lo sport che allunga di più la vita: ti regala 9,7 anni supplementari

Il tennis è lo sport che allunga di più la vita: ti regala 9,7 anni supplementari

Il tennis è lo sport che allunga di più la vita: ti regala 9,7 anni supplementari
Il tennis è lo sport che allunga di più la vita: ti regala 9,7 anni supplementari

ROMA – Il tennis è lo sport che allunga di più la vita, seguito da badmington e calcio. Uno studio danese conferma il precedente inglese: il tennis regala in media 9,7 anni di esistenza supplementare, contro i 6,2 del badmington, i 5 del calcio, i 3,7 del ciclismo e i 3,2 della corsa. La ricerca del Copenhagen City Heart Study ha preso in esame più di ottomila persone in 25 anni.

C’è un aspetto sociale del tennis che viene messo in evidenza quale fattore psicologico che aumenta i benefici a livello fisico: c’è però anche una riserva scientifica, di metodo, per cui è possibile che chi gioca a tennis proviene da ambienti socio-economici privilegiati, provenienza questa sì davvero decisiva per spiegare l’allungamento della vita.

“E’ possibile che le persone che hanno danaro e tempo libero per giocare a tennis vivano più a lungo proprio perché hanno abbastanza soldi e tempo libero e non perché giocano a tennis”, sostiene James O’Keefe, coautore dello studio e direttore della cardiologia preventiva presso il Mid America Heart Institute al San Luca’s Health Center a Kansas City.

Secondo lo studio della Sydney Medical School pubblicato dal British Journal of Sport Medicine, invece, da calcio, rugby e corsa apparentemente non ci sono benefici. I ricercatori hanno analizzato 11 ricerche fatte tra il 1994 e il 2008 in Inghilterra e Scozia, coprendo un campione di oltre 80mila persone di età media 52 anni che avevano descritto le proprie abitudini sportive, concentrandosi sulle attività più popolari emerse: sport di ‘racchetta’ (Tennis, squash, badmnington), nuoto, aerobica, lavori di casa pesanti, camminata, calcio e rugby, corsa.

I soggetti sono stati seguiti per 9 anni, periodo durante il quale ci sono state circa 10mila morti. Confrontato con la quota di soggetti che non facevano attività sportiva, il rischio di morte è risultato minore del 47% per chi praticava sport di racchetta, del 28% per i nuotatori, del 27% per chi pratica le attività aerobiche in palestra, danza compresa, e del 15% fra i ciclisti. Per quanto riguarda invece la morte per problemi cardiovascolari lo studio ha trovato un rischio minore del 56% per i tennisti, del 41% per i nuotatori e del 36% per chi pratica aerobica.

Nessun beneficio statisticamente significativo è stato trovato invece per chi corre o fa calcio, anche se secondo gli stessi autori altri studi hanno invece trovato effetti positivi anche per queste discipline. “Questi risultati dimostrano che fare uno sport può avere grandi benefici per la salute pubblica – concludono gli autori -, e possono aiutare i medici a spingere i pazienti verso una maggiore attività fisica”.

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