Torta ricotta e pera, allarme ministero: “Batterio killer, non va consumata”

Torta ricotta e pera, allarme ministero: "Batterio killer, non va consumata"
Torta ricotta e pera, allarme ministero: “Batterio killer, non va consumata”

ROMA – Un dessert è a “rischio microbiologico”. A dirlo è il ministero della Salute che ha appena lanciato “l’allarme Listeria” in un dolce surgelato: si tratta della torta alla ricotta e pera Dolce Voglia di Ice Catering.

Il lotto in questione è il P1190/16 con scadenza 30-09-2017 nel formato da 1.300 grammi. Il prodotto proviene da uno stabilimento di Sarno in provincia di Salerno e al suo interno conterrebbe Listeria monocytogenes. un baterio molto pericoloso che provoca diarrea subito dopo averlo ingerito, fino a meningiti, encefaliti e sepsi.

Il provvedimento è stato comunicato ai consumatori nella sezione Avvisi di sicurezza: “Il prodotto non deve essere assolutamente consumato. Se si possiede una confezione di “torta ricotta e pere” L. P1190/16 intera o iniziata si prega di riportarla all’esercente”. Lo stesso comunicato avverte che “in via precauzionale [il dolce è stato ritirato in ] un numero limtato di pezzi”. L’azienda che lo produce è Effepi Srl e sarebbe destinato principalmente alla ristorazione e al catering.

Come scrive Il Gazzettino che diffonde la notizia

“Il batterio in questione può trovarsi in diversi alimenti dal latte crudo ai formaggi a pasta morbida, dalla carne sia fresca che congelata al pesce fino ai prodotti ortofrutticoli. Può essere molto pericoloso in particolare per gli immunodepressi, per chi ha una malattia cronica e per le donne in gravidanza che rischiano aborti spontanei. I sintomi della listeriosi possono essere più o meno accentuati”. Si va dalla forma più lieve e più diffusa caratterizzata da disturbi intestinali con diarrea che si manifesta poco dopo aver mangiato il cibo contaminato. Fino a quella più grave che porta a meningiti, encefaliti e sepsi. La Listeria è molto insidiosa perché può annidarsi in maniera silenziosa nell’organismo per parecchio tempo e manifestarsi anche dopo tre mesi dall’ingestione dell’alimento sotto accusa”.

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