Tumore polmone, nuova molecola per trattare il tipo che non risponde ai farmaci

Tumore polmone, molecola per combattere il tipo che non risponde ai farmaci
Foto archivio ANSA

ROMA – Una nuova molecola è in grado di bloccare le cellule cancerogene del tumore al polmone non a piccole cellule quando tutte le altre cure non funzionano. Una nuova speranza per i pazienti che arriva dai ricercatori Amgen e che a partire dal 2020 sarà sperimentata in Europa e in Italia, mentre negli Stati Uniti è già stata approvata.

Secondo i dati ottenuti nello studio, che è stato pubblicato su Nature, nella fase 1 del trial clinico la molecola ha permesso il controllo della malattia nel 100% dei pazienti con tumore polmonare non a piccole cellule. Attualmente in Italia si registrano ogni anno 42.500 nuove diagnosi di tumore al polmone, di queste 35mila riguardano il tumore al polmone non a piccole cellule, che in circa 3.000 casi è provocato dalla mutazione specifica KRASG12C.

Fino ad oggi i ricercatori non erano stati in grado di trovare un “appiglio” che portasse i farmaci ad avere effetti sulla proteina mutata, ma la nuova molecola chiamata AMG510 sfrutta una “tasca” nascosta della KRASG12C per attaccarla. AMG510 è quindi il primo farmaco ad arrivare alla fase clinica dopo oltre 30 anni di ricerche infruttuose per tentare di agire sulla proteina mutata.

La terapia ha ridotto il tumore nel 54% dei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule, 7 dei 13 pazienti valutabili che hanno ricevuto 960 mg e ha arrestato la crescita tumorale nel restante 46%, 6 dei 13 pazienti valutabili che hanno ricevuto 960 mg dimostrando un controllo della malattia nel 100% dei pazienti. Maria Luce Vegna, Direttore Medico Amgen Italia, ha spiegato: “Se gli studi clinici confermeranno le premesse, AMG510 potrebbe diventare la prima terapia per i tumori con questo tipo di mutazione, con possibili benefici per migliaia di pazienti oncologici”.

Dopo i primi risultati clinici positivi, è in partenza un trial di fase III che coinvolgerà 650 pazienti di 300 centri in 15 Paesi. In questo studio, che potrebbe segnare una svolta nella terapia dei tumori solidi, il nostro Paese è capofila in Europa per strutture partecipanti, con 15 centri coordinati dall’Università di Torino. (Fonte ANSA)

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