Tumori, in Italia al Sud si muore di più. E uno su cinque non ha soldi per curarsi

Tumori, in Italia al Sud si muore di più. E uno su cinque non ha soldi per curarsi (foto d'archivio Ansa)
Tumori, in Italia al Sud si muore di più. E uno su cinque non ha soldi per curarsi (foto d’archivio Ansa)

ROMA –  In Italia si muore meno per tumori e malattie croniche ma solo dove la prevenzione funziona, ovvero principalmente nelle regioni settentrionali. Al Sud, invece, la situazione è opposta: il tasso di mortalità per queste malattie è infatti maggiore di una percentuale che va dal 5 al 28% e la Campania è la regione con i dati peggiori. A sottolinearlo è il direttore scientifico dell’Osservatorio nazionale sulla salute delle regioni italiane, Alessandro Solipaca, in occasione della presentazione del Rapporto Osservasalute.

Nel sud Italia una persona su cinque dichiara di non aver soldi per pagarsi le cure, quattro volte la percentuale osservata nelle regioni settentrionali.

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“I particolare la mortalità prevenibile attraverso adeguati interventi di Sanità Pubblica – si legge nel Rapporto – sono drammaticamente più elevati al Sud. La Campania, e in particolare la Calabria, sono le regioni che nel quadro complessivo mostrano il profilo peggiore”.

Si evidenziano dunque, avverte l’indagine, “situazioni di buona copertura dei sistemi sanitari nelle regioni del Centro-Nord, mentre per il Meridione appare urgente un forte intervento in grado di evitare discriminazioni sul piano dell’accesso alle cure e dell’efficienza del sistema”.

In soli 10 anni, ovvero nel 2028, si registrerà in Italia una popolazione anziana non autosufficiente pari a 6,3 milioni di persone. 
Nel 2028, tra gli over-65 le persone non in grado di svolgere le attività quotidiane per la cura di se stessi (dal lavarsi al mangiare) saranno circa 1,6 mln (100 mila in più rispetto a oggi), mentre quelle con problemi di autonomia (preparare i pasti, gestire le medicine e le attività domestiche) arriveranno a 4,7 mln (+700 mila).
“Ci troveremo di fronte a seri problemi per garantire un’adeguata assistenza agli anziani – avverte Solipaca – in particolare quelli con limitazioni funzionali (che non sono autonomi), perché la rete degli aiuti familiari si va assottigliando a causa della bassissima natalità che affligge il nostro Paese da anni e della precarietà dell’attuale mondo del lavoro che non offre tutele ai familiari”.
Più in generale, l’indagine segnala come diminuisca il numero degli abitanti in Italia, con oltre 1 italiano su 5 che ha più di 65 anni: attualmente sono 6,6 mln i 65-74enni (10,9% con un picco del 12,7% in Liguria), 4,8 mln i 75-84enni, 2 mln gli over-84 (con le donne che rappresentano la maggioranza, ovvero il 68%). Continuano invece a calare gli ultracentenari: al gennaio 2017, meno di 3 residenti su 10mila hanno 100 anni e oltre e le donne sono le più numerose. Attualmente, ben il 30,3% degli ultrasessantacinquenni ha molta difficoltà o non è in grado di usare il telefono, prendere le medicine e gestire le risorse economiche, preparare i pasti, fare la spesa e svolgere attività domestiche, leggere, svolgere occasionalmente attività domestiche pesanti. Tali prevalenze si attestano al 13% nella classe di età 65-74 anni, al 38% per gli anziani tra i 75-84 anni e al 69,8% tra gli ultra ottantacinquenni.
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