Vaccino Pfizer, la clausola: se ci sono danni o reazioni il risarcimento spetta allo Stato Vaccino Pfizer, la clausola: se ci sono danni o reazioni il risarcimento spetta allo Stato

Vaccino Pfizer anti Covid in Italia: meglio una dose a tanti e subito o due dosi a tutti e dopo?

ROMA – Vaccino Pfizer anti Covid, richiami o prime somministrazioni: una dose a tanti, subito, o due dosi tra qualche mese. E’ il bivio che si trova di fronte l’Italia, e non solo, a causa del calo delle consegne del vaccino Pfizer. Meglio la prima strada, come suggerisce qualcuno e come scelto dalla Gran Bretagna, o la seconda che da più garanzie?

Riedizione pandemica della scelta tra uovo oggi o gallina domani. “Abbiamo ricevuto il 29% in meno di dosi dalla Pfizer questa settimana e ci è stato comunicato che riceveremo il 20% in meno la prossima settimana. Il ritardo prosegue”, ha detto il Commissario per l’Emergenza Covid, Domenico Arcuri.

“A causa dei ritardi nella consegna dei vaccini da parte di Pfizer – ha proseguito Arcuri – l’Italia è passata da una media di 80mila persone vaccinate al giorno, con una punta di 92mila, ad una media di 28mila al giorno. I ritardi hanno rallentato significativamente la campagna vaccinale”.

Vaccino Pfizer in ritardo: nei magazzini la seconda dose per i richiami

Questa, ha aggiunto, “è la conseguenza della necessità di tenere nei magazzini le dosi che servono per i richiami. Abbiamo condiviso con le regioni i criteri che siamo stati costretti a mettere in campo per porre riparo sui ritardi nell’arrivo delle dosi. La nostra campagna rallenta per mancanza della materia prima: se ci sono meno vaccini nel momento in cui inizia la necessità di somministrare la seconda dose, gran parte di essa serve per la seconda dose e ne restano di meno per vaccinate categorie di persone destinate alla prima sessione di somministrazione”.

Prima di partire con la campagna vaccinale, l’ipotesi di ritardi nelle consegne era stata messa nel conto, e il governo aveva dato indicazioni alle Regioni di tenere scorte per i richiami pari al 30% delle dosi ricevute. Indicazione non osservata da tutti però e tagli nelle forniture che grava, specie in alcune zone, più di quanto si fosse previsto nello scenario peggiore.

Vaccino Pfizer: una dose a tanti subito o doppia dose a tutti dopo?

Per questo l’Italia, e con lei molti altri Paesi europei, si trovano di fronte alla necessità di scegliere se proseguire con le prime somministrazioni, non effettuando i richiami che secondo i protocolli andrebbero somministrati 21 giorni dopo la prima iniezione, o rallentare il ritmo dei nuovi vaccini per completare il ciclo di chi ha già avuto la prima dose.

“Ritardare il richiamo vaccinando più persone può assicurare prima l’immunità di gregge”, suggerisce l’immunologo Emanuele Cozzi del Policlinico universitario di Padova condividendo la politica sui vaccini dell’Inghilterra che, per vaccinare una parte più grande della popolazione, ha deciso di somministrare la seconda dose a tre mesi anziché a tre settimane.

La sola prima dose garantirebbe infatti comunque l’immunizzazione dal coronavirus, anche se con percentuali più basse rispetto al ciclo completo. Certezze però ce ne sono poche, trovandosi di fronte a scenari non presi in considerazione durante la sperimentazione. Una sola dose garantirebbe un’immunità del 50%. Meglio di niente ma molto meno al 90 e passa per cento garantito dalle due dosi.

Le regioni che hanno puntato sui richiami del vaccino

L’alternativa è quella di sospendere o rallentare la somministrazione delle prime dosi per concentrarsi sui richiami. Via intrapresa da alcune Regioni italiane come il Lazio, la Toscana, il Friuli Venezia Giulia, la val d’Aosta e la Puglia che, di fronte al calo nelle forniture, hanno puntato su questa scelta.

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