L’aumento dei contagi, spinto anche dal diffondersi della variante Omicron, ha riacceso il dibattito sull’efficacia dei tamponi rapidi come strumento per far fronte alla pandemia. Considerati meno attendibili dei test molecolari, sono adesso sotto osservazione da parte della comunità scientifica per la loro capacità nel rilevare la presenza nell’organismo del nuovo ceppo del Covid.
Variante Omicron sfugge ai tamponi rapidi?
Secondo Guido Rasi, consulente del commissario per l’emergenza del Generale Figliuolo, con il dilagare della variante Omicron “i tamponi antigenici rapidi rischiano di diventare inutili: il 40% delle persone positive alla variante Omicron può risultare negativo ai test rapidi, quasi uno su due”. Il consulente spiega come i dati – ancora parziali – elaborati nell’ambito degli studi portati avanti finora sulla nuova variante indicherebbero quindi come “la nuova versione del virus Sars-CoV-2 sembri in grado di sfuggire con maggior frequenza ai test diagnostici oggi più utilizzati”. L’auspicio di Rasi è che “siano presto disponibili test rapidi aggiornati ed attendibili per Omicron, ma nel frattempo è necessario alzare la guardia”.
Più cauto invece Carlo Federico Perno, direttore di Microbiologia all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù. “Uno dei motivi di preoccupazione in questi giorni è una minor sensibilità alla variante Omicron da parte dei test antigenici rapidi fatti in farmacia. Un’ipotesi quasi data per certa su molti giornali ma non supportata da evidenze”, ha detto l’esperto. Secondo Perno “il test antigenico non risente, se non in modo marginale, delle mutazioni presenti sulla spike e su altre proteine della variante Omicron”. L’esperto riconosce che i primi dati raccolti da diversi studi puntino verso una minor efficacia dei tamponi rapidi nei confronti del nuovo ceppo. Tuttavia, consiglia di aspettare la verifica delle analisi attraverso ulteriori studi comparativi e di evitare, nel frattempo, “inutili allarmismi”.
Secondo Perno il nodo sta anche nelle modalità con cui vengono eseguiti i tamponi, da cui risulta l’accuratezza del prelievo. Per questo il medico mette in guardia dai test fai da te, sempre più diffusi anche in Italia: “Gli auto test, fatti a casa e magari male, da non professionisti, – sottolinea Perno – rappresentano un rischio. Un risultato negativo in questo caso è più probabile e rappresenta una falsa certezza”.
Studi sulla variante Omicron
Da alcuni studi sembra invece emergere che la variante Omicron, che colpirebbe più la gola dei polmoni, verrebbe rilevata meglio attraverso prelievi di materiale genetico dalla gola, piuttosto che del naso. Vanno in questa direzione le ricerche effettuate dall’University College di Londra. Anche la FDA (Food and Drug Administration statunitense) ha messo in luce come “dati preliminari suggeriscono che i test antigenici rilevano la variante Omicron con una sensibilità ridotta” rispetto ad altre varianti del coronavirus.