Varianti Covid mutano sintomi: senza febbre, basta tosse e perdita di gusto e olfatto ma nausea e disturbi gastroenterologici Varianti Covid mutano sintomi: senza febbre, basta tosse e perdita di gusto e olfatto ma nausea e disturbi gastroenterologici

Varianti Covid mutano sintomi: senza febbre, basta tosse e perdita di gusto e olfatto, ma nausea e disturbi gastroenterologici

Le varianti Covid mutano i sintomi del Coronavirus. Quali sono i sintomi del Covid senza febbre? Cioè in assenza di sintomi simil influenzali? Adesso nausea e diarrea sostituiscono tosse, perdita di gusto e olfatto, congiuntivite. Cioè i sintomi “classici” che avevamo imparato a riconoscere negli ultimi mesi.

Attenzione, però. Questo non vuol dire che ogni volta che ho mal di pancia ho il Covid. Né che se ho vomitato una volta ho il Coronavirus. Però è indice di una tendenza, una tendenza che si basa sulla casistica. E i medici hanno individuato nei propri pazienti positivi il mutamento di sintomi. Attribuendone la causa all’aumento delle varianti. E proprio nelle zone in cui le varianti sono più diffuse, i nuovi sintomi colpiscono fino all’80% dei nuovi positivi.

D’altronde, anche chi aveva la tosse o la febbre non aveva necessariamente il Covid. Esistono ancora gli altri virus. E si diffondono, soprattutto attraverso i bambini (eh, già i bambini non sono soltanto pericolosissimi untori Covid, come qualcuno vuol farci credere). 

Covid sintomi senza febbre: diarrea, nausea e vomito da tenere d’occhio

Dell’aumento dei nuovi sintomi parla Pier Luigi Bartoletti, vice segretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg). Bartoletti è stato ascoltato dal Corriere della Sera come “persona informata dei fatti”.

“Ad allertare oggi devono essere altri campanelli d’allarme. Primo tra tutti un forte senso di nausea e poi altri disturbi di tipo gastroenterologico, come dolori addominali, vomito o diarrea“. L’ultimo caso che è capitato, solo un paio di giorni fa. “Esattamente, una mia assistita, per altro molto giovane, negli ultimi giorni della settimana scorsa è venuta a studio con un forte mal di pancia. Accusava dolori allo stomaco. Ma non aveva tosse, i polmoni erano liberi, nessuna secrezione oculare, neanche una linea di febbre . Eppure, visti i casi precedenti che mi erano capitati, le ho proposto di sottoporsi a un tampone. E infatti è risultato positivo. E come lei me ne sono capitati tantissimi ultimamente. E devo constatare che adesso cominciano ad essere loro la maggior parte”.

Covid sintomi: tosse e febbre non sono sinonimo di positivo

Come detto, ora non dobbiamo farci prendere dall’ansia gastraenterologica. Un conato di vomito o un dolore addominale non devono indurci a pensare che abbiamo il virus. Magari abbiamo mangiato uno yogurt scaduto. O siamo andati a stendere il bucato sul balcone durante la digestione.

Un esempio concreto: mio figlio di 4 anni ha già fatto una quantità indescrivibile di tamponi. Avete mai affrontato un autunno-inverno con un bambino in età da scuola materna? E per di più con un padre asmatico e una buona predisposizione a disturbi dell’apparato respiratorio. Il raffreddore è una regola, la tosse una tappa obbligata, la febbre almeno una volta arriva durante i mesi più freddi (o ancora peggio, signora mia, durante i cambi di stagione).

Morale della favola: ogni volta che devi andare dalla pediatra, scatta un tampone. Prima di tornare a scuola, tampone. Per andare a trovare la nonna immunodepressa, tampone. Tutti, fortunatamente negativi. Tanto per far capire: il rigore e il rispetto degli altri sono doverosi. Ma l’ansia e la psicosi da sintomo, meglio lasciarli a quelli che prima di chiamare il medico chiedono a dottor Google.

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