Varianti del Coronavirus continueranno a infettarci ogni 2 o 4 anni: ma non tutte saranno preoccupanti

Le varianti del Coronavirus continueranno ad infettare le persone ogni due o quattro anni. E’ quanto sostiene Paul Hunter, docente di medicina presso l’University of East Anglia. Hunter ha affermato che, anche se la pandemia si attenuerà, emergeranno nuove varianti ma non tutte saranno preoccupanti.

Varianti del Coronavirus, quando sono preoccupanti

L’Organizzazione mondiale della sanità ha attualmente identificato tre varianti motivo di “preoccupazione”. Quindi, se diventassero dominanti, potrebbero avere implicazioni significative sulla salute pubblica.

Parliamo del ceppo Kent – il più trasmissibile – e le varianti del Sud Africa e del Brasile. Gli esperti temono che possano essere più resistenti ai vaccini.

Varianti del Coronavirus: difficile prevedere le mutazioni

Hunter ha spiegato che è “molto difficile prevedere” come muterà il virus ma ha sottolineato che i futuri ceppi non è detto possano comportare malattie gravi.

Al programma Today di BBC Radio 4, Hunter ha affermato: “Sappiamo che si sviluppano nuove varianti, alcune nuove si diffondono e diventano dominanti. Molte nuove varianti si estinguono. C’è da aspettarselo, siamo a conoscenza di altri coronavirus umani presenti per decenni, se non secoli, che si attenuano gradualmente.

In definitiva, come per gli altri coronavirus, possiamo prevedere di essere infettati in media ogni due o quattro anni dallo stesso virus. Ma è molto difficile prevedere esattamente cosa accadrà con il coronavirus perché non si sa mai cosa esattamente scatenerà ogni nuova variante”.

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