Resta alta la tensione a Milano per i festeggiamenti della Liberazione. Tra la contestazione del sindaco Moratti e del presidente Podestà e gli scontri tra i ragazzi dei centri sociali e la polizia.
Il sindaco, Letizia Moratti, è entrata stamattina nel corteo in corso Vittorio Emanuele all’altezza della chiesa di San Carlo. La Moratti, come il presidente della Provincia Guido Podestà, è stata accolta da fischi, insulti e slogan, come a Roma è avvenuto per la neo presidente di Regione, Renata Polverini. La Moratti ha indossato la fascia tricolore e, scortata dalla polizia in assetto di sommossa ha proseguito nel corteo.
Giovani dei centri sociali, in corteo verso piazza del Duomo, hanno iniziato a frigare slogan come: “Fuori i fascisti dal corteo”, “Vergogna, vergogna”, “La resistenza è partigiana, Moratti te ne devi andare”. La polizia ha quindi cercato di bloccare il corteo dei centri sociali e sono iniziati gli scontri.
Nel corso di una breve contrapposizione si sono verificati attimi di tensione con spintoni e qualche manganellata, ma alla fine i manifestanti dei centri sociali, 4-500 persone secondo la polizia, sono stati fatti accedere sul sagrato dove hanno cominciato a contestare i relatori e anche molti dei manifestanti.
Podestà. Il presidente della Provincia di Milano e coordinatore lombardo del Pdl, Guido Podestà, è stato infatti accolto da bordate di fischi in Piazza Duomo, al momento in cui é salito sul palco per il suo discorso. I fischi, seppur con minore intensità, sono proseguiti mentre Podestà continuava a pronunciare il suo intervento.
Una selva di fischi si è alzata quando il presidente della Provincia di Milano Guido Podestà ha cominciato a parlare dal palco. Da un ampio settore del pubblico fischi e grida di “vergogna, vergogna” hanno fatto da sottofondo all’intervento del coordinatore lombardo del Pdl che, in alcuni momenti, nonostante il microfono, è stato coperto dalle contestazioni.
Moratti. “Le contestazioni me le aspettavo -afferma la Moratti – ma ho avuto anche tanti abbracci e applausi. La mia presenza è una testimonianza, perché queste vanno trasmesse ai più giovani”.
Il sindaco di Milano, ricordando le parole di ieri del capo dello Stato, che ha segnalato la mancanza anche di un memorial a Sandro Pertini, ha spiegato: “Vedremo cosa potremo fare. Sono parole importanti, perché Pertini è un personaggio attraverso il quale possono essere veramente trasmessi i valori della Resistenza”. Moratti ha quindi precisato che ha voluto essere presente quest’anno, come avvenne due anni fa: “Ho voluto essere presente per confermare l’importanza di questa data e la memoria di chi ha sacrificato la vita per darci la libertà”. Infine, parlando del discorso di Napolitano alla Scala, ha sottolineato: “é stato un discorso per trasmettere i valori della Resistenza che vanno difesi nell’impegno quotidiano”.
Scritte fasciste. Nella notte, intanto, sono comparse, su alcuni muri della città, alcune scritte di stampo fascista e inneggianti alla Repubblica di Salò. A denunciarlo è stato il segretario del Pd metropolitano, Roberto Cornelli, che afferma: “Non vorremmo vederle più queste scritte che nella notte sono comparse sui muri di Lampugnano a Milano. Dopo 65 anni celebrare il 25 aprile e ricordare i fatti di quegli anni è più che mai importante se c’é chi oggi ancora una volta insulta chi liberò l’Italia dai fascisti e dai tedeschi invasori e aprì la nostra lunga stagione di pace e democrazia per l’Italia”.
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