MADRID – L’uomo dell’età della pietra andava a caccia di leoni delle caverne per utilizzare le pelli? E’ questo che, secondo gli esperti, avrebbe portato all‘estinzione della specie vissuta circa 1,3 – 11 milioni di anni fa.
Nel Paleolitico Superiore, così come si rileva da alcuni graffiti nelle grotte, l’uomo potrebbe aver cacciato i leoni delle caverne per le loro pelli e, forse, decorare le grotte in cui viveva ma ciò potrebbe aver contribuito all’estinzione del predatore.
Il leone delle caverne eurasiatico, tra le specie più grande mai esistite del felino, si estinse circa 14.000 anni fa, ma i motivi della sua scomparsa non sono chiari; si è pensato a cambiamenti climatici, un eccesso di caccia, l’evoluzione della specie.
Gli esseri umani del Paleolitico superiore, vissuti tra i 40.000 e 10.000 anni fa, precedentemente erano noti per aver cacciato altri carnivori di piccole e grandi dimensioni come gli orsi, ma c’erano poche prove archeologiche sui leoni.
Nel tentativo di colmare questa lacuna, un team di esperti guidato da Marián Cueto dell’Università di Cantabria, in Spagna, ha esaminato nove ossa fossili delle zampe di leone delle caverne, reperite nella grotta del Paleolitico superiore di La Garma, nel nord della Spagna.
La maggior parte delle ossa mostravano segni di modifiche con strumenti in pietra effettuate dall’uomo, incisioni che fanno pensare a un metodo simile a quello dei moderni cacciatori quando scuoiano una preda, così da mantenere gli artigli attaccati alla pelliccia.
I ricercatori hanno scritto Sulla rivista PLoS ONE: “Tutti le incisioni rivelano una conoscenza approfondita del trattamento degli animali e della loro anatomia”. Il team ritiene che le ossa delle zampe analizzate potrebbero essere parte di un singolo leone, la cui pelle forse era distesa sul pavimento per decorazione o per fornire calore.
Il fatto che soltanto la pelle di leone decorasse la grotta suggerisce “un evento sporadico, isolato e raro di un grande carnivoro cacciato (anche se non possono essere esclusi altri scenari)”, scrivono gli esperti.
E hanno aggiunto: “La presenza presso il sito dei resti di altri carnivori, come gli orsi, mostra anche modificazioni antropiche, rivelano la caccia di carnivori pericolosi”.
I ricercatori hanno tagliato corto su quanto l’uomo, all’epoca, fosse in grado di sconfiggere un animale così feroce, grande, muscoloso. Si pensa che il leone delle caverne abbia misurato 1,2 metri di altezza, 2,1 metri di lunghezza, senza contare la coda, così come l’esemplare ritrovato a Siegdorf, Germania.
Il sito di La Garma, scoperto nel 1995, è noto per essere stato associato a rituali umani e i leoni delle caverne per l’uomo del Paleolitico superiore potrebbero essere stati animali simbolici. Lo studio afferma che i disegni rupestri del Paleolitico superiore “pongono chiaramente i leoni in una posizione gerarchica di rilievo, un mondo simbolico in cui l’animale ha un ruolo importante nella cultura umana e per un motivo”.
E’ possibile che la caccia fosse vista come un rito di iniziazione, proprio come i Masai che cacciano gli animali selvaggi in un rituale per dimostrare la propria virilità. Anche se lo studio non è la prova definitiva che l’uomo del Paleolitico superiore cacciasse i leoni delle caverne per le loro pelli, gli esperti ipotizzano che questo potrebbe essere stato un fattore che ne ha causato l’estinzione.