Aggressione a Belpietro, Fini solidale. Bondi e Gasparri se la prendono con Di Pietro. Il leader Idv: io che c’azzecco?

Pubblicato il 1 Ottobre 2010 - 15:40 OLTRE 6 MESI FA

Ad unire tutti è la solidarietà al direttore di Libero Maurizio Belpietro e della condanna alla violenza.  Quello che divide, invece, sono le analisi sulle possibili cause che hanno portato, nella serata di giovedì 30 settembre uno sconosciuto a nascondersi sotto casa del giornalista e ad aprire il fuoco contro un uomo della sua scorta.

Poche ore dopo il tentato omicidio, oltre all’inevitabile apertura di un’inchiesta sono arrivati i commenti a pioggia. Per il ministro dell’Interno Roberto Maroni si è tentato di “un atto gravissimo, che che ha rischiato di produrre una vittima” e sul quale da parte del Viminale c’e’ ”massima attenzione”.

Immediata anche la ”solidarietà, non solo istituzionale” a Belpietro, anche dal presidente della Camera Gianfranco Fini “perché nulla può consentire non certo di giustificare ma nemmeno di minimizzare o ignorare un episodio gravissimo e inquietante quale quello che lo ha coinvolto” e dal presidente del Senato, Renato Schifani.

Non manca, però, chi, oltre a condannare il gesto indica con una certa precisione presunti colpevoli. Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi è certo che dietro la tentata aggressione ci sia una pista rossa: “La tentata azione terroristica contro Belpietro, oltre a indurre la doverosa solidarieta’ nei confronti di un coraggioso giornalista, segnala come i mostri dell’eversione, a lungo evocati dalle campagne di odio politico, siano davvero emersi” – spiega il ministro che aggiunge “non ci sono compagni che sbagliano, ma solo delinquenti che al confronto delle idee sostituiscono la violenza”.

Il ministro della Cultura Sandro Bondi, pur senza nominarlo apertamente, utilizza l’episodio per attaccare Antonio Di Pietro e “il clima d’odio” a suo giudizio prodotto dai discorsi del leader dell’Idv: “Che cosa deve ancora accadere in Italia – si chiede Bondi – affinché i maggiori esponenti della sinistra prendano le distanze da coloro che incitano continuamente alla demonizzazione degli avversari politici con parole irresponsabili e gravide di odio”.

Per Maurizio Gasparri, invece, l’episodio deve invitare alla riflessione sia Beppe Grillo sia Antonio Di Pietro: “Non bisogna sottovalutare questa cosa – spiega Gasparri -soprattutto in una situazione in cui ci sono pazzi che lanciano statuette com’è accaduto un anno fa. Urge riflettere sul clima, anche alcuni politici hanno usato linguaggi folli: Di Pietro ne ha usato uno folle e criminale in Parlamento. I Di Pietro e i Grillo riflettano sulle loro parole, il clima politico dipende anche dalle loro espressioni”.

Anche Daniela Santanché se la prende con Antonio Di Pietro per la tentata aggressione ai danni del direttore di Libero Maurizio Belpietro.   ”Nel testimoniare la piena solidarietà al direttore Maurizio Belpietro – scrive in una nota il sottosegretario Santanchè – esprimo la mia più profonda preoccupazione per il clima torbido e violento che alcuni ‘cattivi maestri’ stanno creando ad arte”.

”Sono irresponsabili – continua la nota – per fare un esempio, le parole pronunciate dall’onorevole Di Pietro l’altro ieri in aula, che tendono solo a esasperare gli animi e a istigare odio e inotolleranza: un uomo evidentemente senza argomenti politici, per giunta con una passato da tutore dell’ordine, che oggi punta solo a creare disordine con offese verbali pesanti e continue. L’opposione tutta dovrebbe meditare sui metodi scellerati utilizzati”.

Dall’opposizone, mentre il leader del Pd Pier Luigi Bersani esprime soldiarietà a Belpietro, Antonio Di Pietro respinge le accuse di aver generato un clima d’odio e, intervenendo in mattinata ad una manifestazione degli operai di Fincantieri a Roma ha rilanciato le sue accuse contro il governo: “”Guardate! – ha detto indicando gli operai – Queste non sono teste matte, non sono terroristi come adesso vogliono far credere quelli che approfittano di quel disperato criminale che ha tentato di aggredire Belpietro per scaricare su chi protesta e su di me quel che è accaduto”

Secondo Di Pietro “c’è una questione sociale grossa come una casa, c’e’ una disperazione sociale che sta facendo ribellare il popolo e allora la colpa e’ di chi denuncia questi fatti? E’ la mia che nell’Aula del Parlamento ho detto che Berlusconi e’ la causa di questo male d’Italia? O e’ del presidente del Consiglio che pensa solo agli affari propri e alle sue societa’ off-shore? E non si cura dell’unica societa’ italiana che e’ ancora dello Stato, la Fincantieri, che come altre aziende, sta andando in malora per colpa sua? Si vergognino coloro che vogliono criminalizzare la protesta. Questo governo dovrebbe riflettere sulle sue politiche fallimentari che non portano alla pacificazione sociale”.