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Aids, speranza dall’auranofin: farmaco con oro per eliminare il virus

di luiss_vcontursi |21 Aprile 2011 11:28

ROMA – Un farmaco contenente oro, già conosciuto nel trattamento dell’artrite reumatoide, potrebbe essere la chiave di volta nella messa a punto di una cura efficace contro l’Hiv/Aids e per frenare la progressione della malattia. A dimostrarlo è uno studio condotto da un’equipe internazionale di cui il ricercatore italiano Andrea Savarino, dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), è il principale autore. La ricerca è pubblicata oggi sulla rivista Aids.

L’auranofin – questo il nome del composto – riesce infatti a stanare il virus proprio nelle sue ‘stanze più segrete’, ovvero in una sorta di ‘magazzino’ virale in cui l’Hiv si annida, perché al riparo da farmaci e anticorpi. “Si tratta di un’importante scoperta che individua per la prima volta un approccio promettente di possibile eradicazione dei ‘reservoir’ virali. – afferma Enrico Garaci, presidente dell’ISS – Le attuali terapie antiretrovirali, infatti, non sono state in grado finora di identificare questo magazzino del virus, motivo per cui, non appena le terapie vengono sospese, il virus si riattiva prepotentemente.

Inoltre, più grande è questo ‘serbatoio’, più è difficile per il sistema immunitario tenere l’infezione sotto controllo”. La grande sfida sarà ora, sottolinea Garaci, ”tentare di ridurre l’ampiezza di questo magazzino e vedere se questo permetterà al sistema immunitario di tenere l’infezione sotto permanente controllo”.

La ricerca è stata condotta nelle scimmie infettate con un virus molto vicino all’Hiv. Le scimmie hanno mostrato una migliore capacità di mantenere l’infezione sotto controllo, e una di loro ha mantenuto per un anno una carica virale bassa. Si è dunque determinata, nelle scimmie, una sorta di remissione dell’infezione, sebbene non si tratti ancora di una cura. ”Dobbiamo ancora esplorare tutti gli effetti della eliminazione delle cellule” che contengono il virus latente, precisa Savarino, ”ma l’approccio sembra promettente anche perché sappiamo che le cellule possono essere rimpiazzate dall’organismo”.

Un ulteriore approfondimento di questi effetti sulle scimmie sarà necessario. Solo dopo questo, avvertono i ricercatori, si potrà pensare ad un’eventuale sperimentazione clinica sull’uomo. Nel frattempo, avverte Savarino, ”il consiglio è quello di non comprare il farmaco su e-Bay né di seguire trattamenti fai-da-te”.

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