ROMA – Sarà pericolosa e potente, poterà al al completo crollo del sistema satellitare GPS e delle telecomunicazioni e potrebbe produrre una quantità di energia pari a quella scatenata da 10 miliardi di bombe nucleari come quella di Hiroshima che esplodono allo stesso tempo: è la maxi tempesta solare che potrebbe colpire la Terra, come minacciato e previsto da alcuni scienziati in questi giorni.
Della tempesta solare si conoscono le conseguenze catastrofiche ma finora non si sa né dove né quando colpirà.
“La tempesta potrebbe arrivare, ma non sappiamo quando, e quello che è opportuno fare è prepararsi” dice Mauro Messerotti, dell’osservatorio astronomico di Trieste dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).
I rischi sono maggiori nelle zone più vicine ai poli, mentre si riducono alle latitudini medie. “Per questo motivo l’Europa occidentale e quella meridionale, compresa l’Italia, non sono di norma interessate in modo significativo”, osserva Mauro Messerotti.
“Nel caso della tempesta del 1989 aurore boreali si sono viste anche in Italia meridionale, ma non è avvenuto nessun blackout elettrico” dice Messerotti, mentre negli Stati Uniti “provocò un blackout di dieci ore per i danni provocati alle linee elettriche in Canada”.
“Non esiste invece – prosegue – una statistica sui rischi di blackout elettrico ed è per questo che si predisporranno simulazioni in questo senso”.
Stando alle indicazioni fornite dalla Nasa, una tempesta solare avviene in genere ogni 150 anni e considerando che l’ultima è stata registrata nel 1859, le possibilità che se ne verifichi un’altra nell’immediato sono molto alte.
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