Saturno, gli anelli “scolpiti” continuamente dagli impatti e dall’azione delle piccole lune

Saturno, svelato mistero degli anelli: scolpiti da impatti e lune
Saturno, gli anelli “scolpiti” continuamente dagli impatti e dall’azione delle piccole lune

ROMA – Gli anelli di Saturno possono essere grumosi, lisci o striati. Forme che cambiano continuamente, “scolpite” dall’impatto di materiali in orbita e soprattutto dall’azione delle piccole lune del pianeta, che come puntine su un disco di vinile scavano profondi solchi mentre ‘rubano’ materiale per accrescersi.

Questa la scoperta dello studio condotto da Matt Tiscareno del Seti Institute in California, a cui ha partecipato anche Gianrico Filacchione dell’Istituto nazionale di astrofisica e che è stato pubblicato sulla rivista Science.

La ricerca è basata sui dati ad altissima risoluzione spaziale raccolti dalla missione Cassini frutto della collaborazione tra NASA, Agenzia spaziale europea (ESA), e dell’Agenzia spaziale italiana (Asi). I risultati hanno evidenziato anche la composizione dei detriti, formati soprattutto da ghiaccio d’acqua e contaminati da piccole quantità di materiali organici, indizio della loro giovane età.

Christina Plainaki, planetologa dell’Asi, che ha preso parte allo studio ha spiegato all’Ansa: “Il lavoro dimostra quanto importante sia caratterizzare con alto dettaglio spaziale le proprietà di questi sistemi e le possibili loro correlazioni per comprendere la loro evoluzione nel tempo. In vista di future missioni ai sistemi dei pianeti giganti, è fondamentale comprendere il più possibile l’interazione delle particelle e dell’ambiente con gli anelli e i satelliti, anche attraverso lo studio delle proprietà fisiche e chimiche di questi oggetti”.

L’autore dello studio, Filacchione, ha invece spiegato: “Gli anelli di Saturno costituiscono un ambiente molto dinamico: sono formati da blocchi di materiale di dimensioni variabili, da qualche micron a una decina di metri, che si mescolano e scontrano continuamente. Distribuiti in modo variabile, risultano più brillanti dove sono più densi, mentre sono più scuri dove rarefatti”.

I detriti sono composti al 90-95% da ghiaccio d’acqua, e dovrebbero apparire di colore neutro nello spettro visibile e invece risultano arrossati, come indicano i dati raccolti dallo spettrometro Vims (Visual and Infrared Mapping Spectrometer) di Cassini, per il quale l’Asi ha fornito il canale visibile.

Come indicato anche da un recente studio coordinato da Luciano Iess dell’Università Sapienza di Roma e finanziato dall’Asi, gli anelli si sarebbero formati circa 100 milioni di anni fa, quando sulla Terra morivano gli ultimi dinosauri: i materiali organici “sarebbe comparsi per bombardamento meteoritico oppure potrebbero essersi formati in situ grazie all’interazione tra le particelle del campo magnetico con i composti di ghiaccio e carbonio presenti negli anelli stessi”, afferma Filacchioni.

A confinare l’intero sistema degli anelli di Saturno nella configurazione che vediamo “sono le lune esterne, che mediante meccanismi di risonanza evitano che gli anelli si espandano evaporando”, aggiunge il ricercatore dell’Inaf. “D’altra parte, dentro gli stessi anelli vediamo la formazione di piccole lune, forse il risultato più bello dello studio: si tratta di strutture a forma di S allungata, di circa un chilometro di diametro, che sono gli embrioni di accrescimento di nuove piccole lune”. 

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