Dopo le (presunte) violenze sono arrivate le minacce. Puntuali quanto prevedibili. Nel mirino ci sono le tre maestre dell’asilo nido “Nel paese delle Meraviglie” di Pinerolo (Torino) accusate di violenze contro i bambini. Le tre, Francesca Panfili, Elisa Griotti, e Stefania Di Maria, intanto, hanno lasciato il paese e si sono rifugiate dai parenti. Ma i messaggi come questo: “Questa volta non la farete franca se vi fate vedere in giro vi succederà qualcosa di brutto” arrivano lo stesso.
Le maestre continuano a dichiararsi innocenti, nonostante i filmati e nonostante le denunce di violenze che continuano ad accumularsi sulle scrivanie degli inquirenti. “Ciò che c’è scritto nell’ordinanza di sequestro dell’asilo — spiegano le tre secondo quanto riporta il Corriere della Sera — sono invenzioni belle e buone, ripicche, vendette da parte di qualcuno”. La novità è che a difendersi non sono sole ma, al loro fianco, ci sono alcune mamme e alcuni papà che mandavano i loro figli in quel nido. Genitori che parlano esplicitamente di vendetta da parte di persone ex dipendenti del nido o in odore di mancato rinnovo contrattuale. “Sono state loro – spiegano – a tirare fuori questa storia, due ex dipendenti e un’altra cui stava scadendo il contratto. Già sapeva che non le sarebbe stato rinnovato».
I carabinieri della compagnia di Pinerolo, però, non la pensano così e si sentono forti del loro quadro probatorio: “Altri sette genitori si sono presentati in caserma per denunciare l’asilo — dice il capitano Paolo Iacopini — e sono tutte persone attendibili”.
Ed in effetti gli indizi a carico delle tre non sembrano mancare. Oltre ai filmati il Corriere della Sera riporta brani di intercettazioni ambientali. “Cosa fai qui? — dice una maestra — Perché li hai lasciati soli? Come siamo messi se ci controllano siamo rovinati”. “Ma cosa vuoi che succeda, se poi piangono magari vado a vedere», risponde la collega. Gli investigatori controllavano a distanza ciò che avveniva all’interno dell’asilo già a partire dal mese di luglio e anche i telefoni delle tre maestre-manager, titolari dell’srl che gestisce la scuola, sarebbero stati intercettati”. Parole pesanti che mostrano come gli inquirenti sospettassero da tempo cosa avveniva nell’asilo.
A leggere la notizia il pensiero è andato subito a un altro “nido lager”, il “Cip Ciop” di Pistoia. Anche lì bambini come vittime ed educatrici come aguzzine. Le maestre Anna Laura Scuderi ed Elena Pesce, per quella storia, sono ancora sotto processo: tempi lunghi, dovuti alla necessità di rispettare i tempi dei bambini, che qualcosa di significativo, per quanto piccoli, possono aggiungere alla ricostruzione della verità.
Piano, però, con i parallelismi. A Pistoia, verità giudiziaria a parte, le violenze sono accertate ed ammesse dalle stesse protagoniste. A Pinerolo, invece, il quadro è molto più sfumato e complesso. Innanzitutto le maestre non ammettono alcunché e ci sono addirittura diverse mamme che venerdì hanno manifestato davanti al nido per “solidarietà” con le tre maestre indagate.
Gustavo Pietropolli Charmet, psichiatra e psicoterapeuta esperto dell’infanzia, in un’intervista al Corriere della Sera invita alla cautela. Per capire cosa è successo davvero nel “Paese delle Meraviglie”, spiega l’esperto ad Alessandra Arechi, bisogna “andare con i piedi di piombo. Ma soprattutto ascoltare con attenzione le testimonianze positive delle mamme. Se esistono sono dei grandi segnali di allarme. Nessuna mamma oggi difenderebbe la maestra contro il proprio bambino, se non ci fosse un minimo di veridicità”.
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