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Atac: dimenticare “Parentopoli” con un giro di vite. Ma i sindacati non ci stanno

di Emiliano Condò |23 Marzo 2011 21:25

ROMA – Parentopoli ha lasciato il segno e ora l’Atac, l’azienda di trasporto pubblico di Roma, opta per la linea dura. Una scelta, spiega il quotidiano “Il Messaggero”, dettata da un bisogno sostanziale di recupero di credibilità. Se gli autobus passano quando e quanto devono, sembra essere il sottinteso, forse gli abitanti di Roma faranno un po’ prima a dimenticare quanto accaduto con le assunzioni “facili”.

L’idea della stretta viene dal direttore di Superficie Roberto Cinquegrani che sul tema, spiega il quotidiano, ha scritto una lettera riservata ai dirigenti dell’azienda. Tre i punti salienti della “riforma”

1)Istituire un “indicatore di produttività” basato sulle effettive ore lavorate rispetto alle lavorabili

2) premi per l’“autista aziendale dell’anno”, pari al 40% del valore netto in busta paga, e un premio pari al 15% del valore medio in busta paga per l’“autista di Area”

3) sanzioni esemplari, con denuncia di scarso rendimento e conseguente allontanamento dal posto di lavoro per “un numero limitato max 10/15 conducenti selezionati fra coloro che presentano il maggior numero di azioni disciplinari e il maggior numero di assenze e richieste di soccorso in linea”.

L’attenzioni del nuovo management Atac, poi, sembra spostarsi su “cambi di turno” eseguiti in modo poco ortodosso e su quegli autisti sospettati di un ricorso troppo frequente alle malattie.  La stretta, però, non sembra incontrare il favore dei sindacati. Detto in modo semplice c’è la sensazione che si voglia far ricadere sui lavoratori il peso degli sbagli del (recente) passato.

Gioacchino Camponeschi, segretario della Faisa/Cisal è il più duro: “Non si può lavorare con la pistola puntata alla tempia. In quel documento le assenze per malattia vengono sommate ai permessi per chi usufruendo della Legge 104 accudisce i familiari”.

“Non si dice che il personale viaggiante – continua il segretario del sindacato autonomo che conta all’Atac circa 2100 iscritti – ha accumulato circa 156 mila giornate di ferie non godute e che un conducente su 3 ha almeno 50 giorni di ferie pregresse”.

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