Avvistata la coda più lunga di una stella di neutroni

MILANO, 18 LUG – Come una sposa in un abito bianco da record, e' stata avvistata la stella di neutroni che porta dietro di se' la coda piu' lunga, con un'estensione pari addirittura a quattro anni luce. La scoperta, pubblicata su Astrophysical Journal, porta come prima firma quella di Andrea De Luca, ricercatore dell'Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica di Milano, dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).

PSRJO357, questo il nome della 'sposa' cosmica e' una stella di neutroni in rapida rotazione su se stessa che dista 1.600 anni luce dalla Terra. La sua lunga scia, visibile nella banda dei raggi X, e' stata immortalata grazie al telescopio spaziale Chandra, della Nasa. ''Questa pulsar aveva gia' mostrato di essere particolare quando venne studiata nella banda gamma – spiega Andrea De Luca – e per questo erano state programmate ulteriori osservazioni in altre bande, a partire dalla X. E proprio osservando in questa banda, in modo inatteso, abbiamo individuato la coda''.

L'origine di questa lunga scia per ora non ha una spiegazione unica. L'ipotesi piu' accreditata e' che la stella di neutroni sia come una 'sposa' in fuga. ''La pulsar – precisa il ricercatore – sta viaggiando a grande velocita' nel mezzo interstellare circostante, costituito da gas e polveri, scavando dietro di se' una sorta di corridoio. Nello stesso tempo emette un flusso di particelle, per lo piu' elettroni, che si scontrano con il mezzo interstellare e vengono successivamente incanalate in questo corridoio. Durante il percorso – aggiunge – le particelle vengono accelerate a valori tali da emettere radiazione ad alta energia''. In questo modo, usando telescopi a raggi X, e' possibile vedere la lunga coda che si estende nella direzione opposta a quella della stella. Ad oggi pero' rimane ancora un mistero da svelare. Per creare la coda, il flusso di particelle deve essere emesso ad alta energia, mentre PSRJO357 e' una tipica pulsar di bassa energia. I ricercatori dovranno quindi capire come riesca a sostenere un flusso cosi' intenso.

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