ROMA – L’Italia non brilla in Europa per la velocità della banda larga, l’autostrada telematica sulla quale viaggiano contenuti e servizi digitali, tanto da essere bollata – insieme alla Turchia – come fanalino di coda. Sono gli unici due Paesi del Vecchio Continente con un tasso di adozione della banda ‘veloce’ di Internet al di sotto del 50% della popolazione.
A scattare la fotografia è il dossier trimestrale sullo stato di Internet della società Akamai, secondo il quale l’Italia è anche l’unico Paese con un picco di velocità di connessioni inferiore a 20 Megabit per secondo (Mbps). Il rapporto evidenzia che nel terzo trimestre del 2013 complessivamente la velocità media di connessione in Europa ha continuato a crescere: +10% rispetto al trimestre precedente e si attesta intorno ai 3.6 Mbps.
Chi corre di più sono i Paesi Bassi (+23%) con una velocità di connessione media di 12.5 Mbps. Il picco medio della velocità di connessione ha invece visto un leggero declino nel periodo in esame, scendendo del 5.2% a 17.9 Mbps. Picco medio che però, considerando la variazione annuale, è aumentato di oltre il 20%. Al top sempre i Paesi Bassi con un picco in aumento del +29% a 39.6 Mbps, seguiti da Repubblica Ceca (+28%, 34.8 Mbps) e Regno Unito (+27%, 35.7 Mbps).
Più lento il Belpaese: in Italia la velocità media di connessione è intorno ai 4.9 Mbps (+24% in un anno), mentre il picco medio è pari a 18.2 Mbps, inferiore del 4.9% rispetto allo scorso anno e del 22% rispetto al trimestre precedente. Il nostro è l’unico Paese europeo ad aver registrato un picco di velocità di connessione al di sotto dei 20 Mbps.
Quanto alla cosiddetta ‘high broadband’, la banda con velocità superiore ai 10 Mbps, il trend di crescita è positivo in tutta Europa con alcuni Paesi che hanno registrato incrementi a tre cifre: Turchia (+215%), Francia (+188%), Regno Unito (+151%). Rispetto allo scorso trimestre, in Italia l’adozione di ”high broadband” è aumentata dello 0.5%: ad oggi il 3.7% degli italiani utilizza connessioni al di sopra dei 10 Mbps (+40% in un anno).
Infine Akamai ha rilasciato anche un focus sugli attacchi informatici, puntando i riflettori sulla Cina quale principale fonte di minaccia nel mondo con il 35% degli attacchi generati. Scalzata l’Indonesia, in seconda posizione con il 20% degli attacchi, seguita dagli Usa con l’11%.