Cetriolo killer, l’unica prevenzione è l’igiene: occhio a carne e verdura

ROMA – Si presenta con una banale diarrea: è il primo campanello d’allarme del “batterio killer” che in Germania ha già fatto 10 vittime. Va detto che in Italia ancora non si è registrato alcun caso e l’Istituto superiore di sanità minimizza l’allarme. Ma la paura contagia il nostro paese anche se bastano semplici regole per evitare ogni rischio contagio.

La temuta Esherichia Coli si fa sentire con attacchi di diarrea, che  può anche diventare emorragica. Di solito dura 4-5 giorni e si esaurisce da sé, e non è certo una novità: in Italia vengono registrati ogni anno mediamente 40 casi l’anno, soprattutto tra i bambini. Il batterio si è rivelato mortale solo nel 2% dei casi. Ma quest’anno in Germania è arrivata una forma particolarmente grave della malattia. Il batterio 104, come lo chiamano gli esperti, appartiene a un ceppo diverso dagli altri, con una capacità insolita di aderire alla mucosa. Si sviluppa quindi nell’intestino, poi passa nel sangue e infine attacca il rene provocando complicazioni gravi che possono portare alla morte.

Come si prende l’infezione? Attraverso il consumo di cibo o acqua contaminati. La “catena” del batterio ha origine nei ruminanti, che però non si ammalano. I bovini trasmettono il batterio a latte o carne e, se portatori del ceppo patogeno, possono contaminate l’ambiente circostante, quindi acqua e prati. E da qui il batterio può arrivare ai vegetali: ecco perché il batterio è esploso dai cetrioli, in particolare da una partita arrivata dalla Spagna in Germania.

E per quanto riguarda la prevenzione? L’igiene è l’unica arma di difesa, perché non esistono cure specifiche. Evitare quindi il latte non pastorizzato, la carne poco cotta (occhio agli hamburger). La verdura? Basta lavarla accuratamente: in questo modo anche il temutissimo cetriolo può rimanere in tavola.

Comments are closed.

Gestione cookie