ROMA – Un vento che soffia a oltre 32 milioni di chilometri orari è stato osservato nell’universo. L’Osservatorio a raggi X Chandra della Nasa ha osservato la velocità con cui un buco nero “aspira” la materia del disco stellare circostante. La velocità del vento stellare è di circa il 3 per cento della velocità della luce. La scoperta è stata pubblicata sulla rivista The Astrophysical Journal Letters. Il buco nero forma un sistema binario con un stella simile al sole, che orbita attorno a tale buco.
Ashley King, dell’Università del Michigan, ha spiegato: “E’ l’equivalente cosmico del vento scatenato da un uragano di categoria 5 sulla Terra. Non ci aspettavamo di vedere un vento così potente da un buco nero come questo”. Il buco nero è noto in astronomia col nome di IGR J17091-3624, abbreviato IGR J17091, ed è il frutto del collasso stellare di un oggetto grande 10 volte la massa del sole. John M. Miller, collega della King all’università del Michigan, ha detto: “E’ una sorpresa che un buco nero così piccolo sia in grado di generare un vento veloce quanto quello generato da buchi neri giganti – grandi milioni o miliardi di volte il piccolo IGR J17091 -. in altre parole questo buco nero è molto più potente degli altri della sua categoria di peso”.
Ma la proprietà che stupisce i ricercatori è che il vento spira così forte da incorporare molta più materia di quanta il buco nero possa contenerne, come spiega la King: “Contrariamente a quanto creduto fino ad oggi sui buchi neri – cioè che inghiottissero tutto il materiale che li circonda e che rientra nell’orizzonte degli eventi, quella zona da cui neanche la luce può fuggire – , ovvero che tutta la materia fosse inghiottita, abbiamo stimato che il 95 per cento della materia nel disco di IGR J17091 sia portata via dal vento”.
Il vento cosmico, al contrario degli uragani sulla Terra, soffia in tutte le direzioni, e le osservazioni di Chandra nello spettro a raggi X sono state confermate dalle osservazioni nello spettro delle onde radio, eseguito dal National Radio Astronomy Observatory’s Expanded Very Large Array. Infatti le osservazioni radio hanno mostrato che il vento è in grado di soffocare i getti, dei flussi di materia perpendicolari ai dischi dei buchi neri. Secondo gli astronomi il vento è prodotto dai forti campi magnetici, che sono anche alla base della formazione dei getti.