ROMA – Il riferimento è chiaro e inequivocabile e le parole vengono dall’uomo che, escluso il Papa, forse più di ogni altro rappresenta l’ortodossia cattolica. E’ venerdì santo e l’omelia, davanti a Benedetto XVI, la pronuncia padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia: “Terremoti, uragani e altre sciagure che colpiscono insieme colpevoli e innocenti non sono mai un castigo di Dio. Dire il contrario, significa offendere Dio e gli uomini”.
La stroncatura, insomma, è servita ed è tutta dedicata al vicepresidente del Cnr Roberto De Mattei, cattolico tradizionalista che, dimenticandosi del suo ruolo di responsabilità in un’istituzione scientifica aveva pensato bene di raccontare a Radio Maria che il terremoto e lo tsunami in Giappone avessero a che fare con un “amorevole castigo divino”.
Il Vaticano, però, davanti a tale sorpasso a destra, ha detto no spiegando con Cantalamessa una cosa che appare evidente a qualsiasi credente nel XX secolo, ovvero che le catastrofi naturali con un presunto castigo divino nulla hanno a che fare.
Resta da capire cosa dirà a questo punto De Mattei. Fino ad oggi ha difeso strenuamente la sua posizione accusando tutti i suoi critici di essere esponenti della “dittatura del relativismo”: “Io non ho fatto altro che riaffermare la tradizionale dottrina cattolica sulla provvidenza. Come insegnano san Tommaso e sant’Agostino, nell’universo non accade nulla che non sia voluto, o almeno permesso, da Dio per precise ragioni. E tra di esse non è da escludere l’ipotesi di un castigo divino, anche se in materia non vi è certezza”.
Ora, a meno di non voler dare del relativista a Padre Cantalamessa, anche il cattolicissimo De Mattei dovrà fare ammenda. Del resto, errare humanum est…