Catanzaro. Dentro il centro commerciale ci sarà la chiesa: la prima in Europa

Pubblicato il 10 Settembre 2010 - 21:32 OLTRE 6 MESI FA

Una chiesa dentro un centro commerciale: la prima in Europa sarà a Catanzaro. E’ stato reso possibile grazie all’accordo fra l’Arcidiocesi e il Parco Commerciale ”Le Fontane” che ha portato alla costruzione di una chiesa da 200 persone che prenderà il nome dell’esistente parrocchia, già costituita, dedicata a ”San Massimiliano Maria Kolbe”.

La cerimonia di dedicazione è in programma domani con una solenne concelebrazione presieduta dall’arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, mons. Antonio Ciliberti.

”I centri commerciali – ha spiegato lo stesso Vescovo – sono diventati punti di aggregazione sociale. Numerose famiglie scelgono di passarvi la domenica. Una parrocchia puo’ offrire i suoi servizi pastorali a tutti i lavoratori, ai visitatori e soprattutto agli abitanti della zona. E’ un segno, questo, della sollecitudine per le anime che e’ il compito essenziale della Chiesa”.

La parrocchia, infatti, sarà anche al servizio degli abitanti del quartiere Barone di Catanzaro, oltre che ai circa mille lavoratori del parco commerciale ed agli oltre 10 mila visitatori che, mediamente, lo visitano ogni giorno. La domenica sono in programma due messe: una al mattino ed una in serata. la messa sarà celebrata inoltre ogni giorno feriale.

”In un momento storico della nostra società – ha sostenuto Floriano Noto, presidente della società proprietaria del Parco commerciale – caratterizzato sempre più dalla perdita di alcuni valori così importanti come quello della fede religiosa, abbiamo voluto realizzate questo complesso per ricordare quanto sia importante nella vita di ognuno di noi coltivare quotidianamente il proprio spirito”.

La parrocchia sarà retta da don Giovanni Scarpino che vivra’ nella canonica dietro la chiesa. Ed anche lui è soddisfatto della nuova struttura. ”Percepisco ogni giorno – ha detto – l’entusiasmo dei fedeli per la nuova struttura. Da circa 20 anni, infatti, la comunità si riunisce in una piccola stanza ricavata nell’ex scuola del quartiere, non del tutto a norma di sicurezza”.