Fedeli per anni a messa a Olbia: ma la Chiesa è ‘finta’

Pubblicato il 28 Ottobre 2010 - 13:55 OLTRE 6 MESI FA

Preghiere di guarigione celebrate senza alcun titolo, fedeli che invocano il miracolo, perfino preti che celebrano la messa in una finta chiesa.

Tutto questo accade da anni , ma adesso il vescovo della diocesi di Tempio Ampurias ha detto basta, firmando un decreto di interdizione che vieta qualsiasi celebrazione all’interno di uno stabile che non è mai stato consacrato e che, almeno per la Chiesa cattolica, non è un luogo di culto.

Per anni la diocesi gallurese ha cercato di dialogare col proprietario della ‘chiesa’, un ex pescatore sessantenne, ma non c’è stato nulla da fare. La struttura costruita a Suiles, nelle campagne di Olbia, riprende le sembianze di una chiesa, con tanto di crocifisso, tabernacolo con cero acceso, statue votive, e qui si è continuato celebrare messa. L’ultima risale all’inizio di ottobre quando, pare con un inganno, un missionario sassarese è stato invitato e ha presieduto la funzione seguita da decine di fedeli.

”Il locale non è un luogo di culto, ma si tratta di uno stabile di proprietàprivata che riprende le fattezze di una chiesa e per questo motivo crea nei nostri fedeli disorientamento: una situazione che la nostra Diocesi non è più disposta a tollerare”, spiega don Gianni Sini, parroco della chiesa di Nostra Signora de la Sallette, nel quale ricade il territorio di Suiles.

Il decreto impone ora il divieto di celebrazione eucaristica da parte di qualsiasi sacerdote o religioso. Oltre alla celebrazione della Santa Messa viene impedito lo svolgimento all’interno dello stabile di qualsiasi atto pubblico che abbia la parvenza di una cerimonia religiosa, come ad esempio processioni con l’uso di simboli sacri e preghiere di guarigione.