Tombe abusive e cappelle violate nei cimiteri di Napoli

Pubblicato il 11 Ottobre 2010 - 19:04 OLTRE 6 MESI FA

Tomba Enke

Vendevano loculi realizzati abusivamente a Poggioreale, anche profanando tombe esistenti e traslando ”vecchie” ossa e bare dimenticate, per creare spazi da sfruttare. E’ lo scenario che emerge da indagini dei carabinieri della compagnia Poggioreale, Napoli,  guidati dal capitano Massimo Ribaudo, scattate dopo le denunce presentate da una decina di vittime, alcune delle quali anche minacciate dai malviventi per ottenere il loro silenzio. Al momento una persona e’ stata individuata e segnalata alla Procura della Repubblica partenopea ipotizzando nei suoi confronti il reato di truffa ai danni del Comune di Napoli.

Quello della vendita dei loculi abusivi, secondo i carabinieri, è un ‘business’ che produce guadagni cospicui, capace di portare nelle tasche dei malviventi dai 10 ai 50 mila euro per ciascuna tomba venduta. ”Nulla di nuovo sotto il sole”, commenta Andrea Santoro, consigliere Pdl e presidente della Commissione comunale di indagine sui cimiteri della città, il quale indica nella mancata informatizzazione dell’anagrafe sulle strutture cimiteriali la causa principale di quanto sta accadendo: ”chiunque può presentarsi negli uffici preposti con un’autocertificazione di concessione e procedere, quasi senza ostacoli, alla ristrutturazione di cappelle e loculi”, dice Santoro.

Due anni fa Santoro realizzò un dossier sui furti, la compravendita illegale di loculi comunali e il pericolo di appropriazione indebita dei manufatti piu’ antichi presenti nei cimiteri della citta’, ”documenti acquisiti anche dai carabinieri – sottolinea Santoro – e mai finiti, però, in Consiglio comunale per un dibattito più ampio”. Scorrendo le cronache cittadine non sono poche le violazioni e i furti finite sui giornali, come quelle nella cappella del tenore Enrico Caruso e quella nella tomba del poeta e compositore Libero Bovio.