ROMA – Clonare un mammut con il sangue dell’animale ritrovato in un’isola dell’arcipelago Ljachov nel mar di Laptev, al nord della Siberia. Questo l’obiettivo, ritenuto più che raggiungibile, dai ricercatori della sudcoreana Sooam Biotech Research Foundation.
La spedizione congiunta tra l’università di Yakutsk e la Sooam Biotech lo scorso marzo 2012 ha rinvenuto tra i ghiacci della Siberia un esemplare femmina di mammut di circa 50-60 anni in buono stato di conservazione. Intrappolato nel ghiaccio da oltre 11mila anni, l’esemplare presentava una discreta quantità di sangue da cui sarà possibile estrarre il Dna, che racchiude i segreti genetici del mammifero estinto, e clonarlo.
Paolo Virtuani scrive sul Corriere della Sera:
“La scoperta è eccezionale non solo per il sangue rinvenuto, ma anche perché si tratta del primo cadavere di un mammut adulto in 112 anni, ha detto Semyon Grigoryev, capo del Museo dei mammut dell’Università federale nord-orientale di Yakutsk. Secondo gli studiosi il mammut è morto intrappolato in una palude. Grazie a questo fatto, la parte inferiore del corpo, la mascella inferiore e la lingua si sono conservate molto bene”.
Ora che il sangue è stato trovato, la Sooam Biotech Research Foundation si prepara alla clonazione del mammut, scrive Virtuani:
“el sangue rinvenuto i biologi sperano di trovare cellule ancora ben conservate in grado di portare alla clonazione. Nei prossimi mesi il reperto sarà analizzato da esperti russi, americani e sudcoreani. Al momento Grigoryev non ha voluto rivelare dove sarà conservato: «Ho paura che venga rubato», ha confessato”.