ROMA – Windows 8 è sulla rampa di lancio (debutta domani 25 ottobre a New York) ma ai produttori di computer la novità sembra mettere più paura che entusiasmo. Secondo gli analisti, il rivoluzionario touch screen farà lievitare i prezzi dei pc. Finora il touch screen è stato limitato a tablet e smartphone, Microsoft adesso l’ha estesa anche ai computer normali, al vecchio pc da casa e da ufficio. Ma la rivoluzione costa: adeguare i pc alla novità comporterebbe un aggravio dei costi di circa 100 dollari. I produttori del settore, che solo pochi mesi fa erano molto speranzosi di approfittare della scommessa di Bill Gates per vendere più modelli si sono in fretta dovuti ricredere.
Davvero le aziende, le famiglie sosterranno la spesa di aggiornamento hardware per concedersi il touch screen in un periodo di crisi come questo? Andrà a finire che anche i prodotti Microsoft avranno bisogno di supporti costosi quanto se non di più quelli che servono per la Apple. Che se conserva il profilo più cool, del gadget esclusivo di massa, lo fa a prezzi meno popolari. L’allarme dei produttori, rilanciato l’altro ieri (22 ottobre) dal Financial Times, è rimbalzato in tutto il mondo. Non tutti ritengono ovviamente fondate le preoccupazioni. Sul Corriere della Sera Maurizio Riva di Intel spiega, non senza ragione, che “gli utenti saranno disposti a pagare di più, perché si tratta di acquistare un prodotto dal valore maggiore”.
D’altra parte, Steven Pelayo, capo delle ricerche tecnologiche in Asia per la HSBC, segnala una frattura nel trend del business nel settore: gli altri prezzi di Windows 8 contrastano con due tendenze di lungo termine nella tecnologia di largo consumo e cioè la caduta dei prezzi e i Pc generalmente molto meno cari degli Apple. E infatti nei negozi e ne megastore la rivoluzione dei prezzi è già cominciata. L’ultimo ultrabook S7 di Acer che utilizza Windows 8 costa 1400 dollari nella versione con schermo da 13,3 pollici, cioè 200 dollari in più del MacBook Air.