Bocciato, si getta sotto un treno: suicida un ragazzo di 17 anni a Corato (Ba)

Un treno delle ferrovie Bari-Nord

A 17 anni si è buttato sotto un treno in corsa perché fortemente deluso dalla bocciatura a scuola. E’ successo a Corato nel Barese, nella tarda serata di venerdì 18 giugno, all’altezza del passaggio a livello di via Bagnatoio.

Il convoglio, delle Ferrovie Bari-Nord, era partito da Bari diretto a Barletta. Il ragazzo, di 17 anni, aveva trascorso la serata insieme con due amici, gli stessi con i quali era andato a vedere i risultati scolastici. L’idea del suicidio sarebbe maturata subito dopo aver salutato i suoi compagni.

Il ragazzo, iscritto al quarto anno di un istituto cittadino, sperava in un esito differente nonostante fosse conscio del suo rendimento scolastico non proprio brillante. I poliziotti hanno interrogato il macchinista del treno che ha riferito di aver visto un’ombra di colpo e di non aver fatto in tempo a mettere in atto alcuna manovra di emergenza.

Nella mattinata di sabato gli investigatori hanno sequestrato la scatola nera del treno, ora a disposizione della magistratura.

Nelle feste amava fare il Dj e così, nel tempo, gli avevano dato un soprannome: ‘Dj Squalo’. Ora gli amici con questo nomignolo lo ricordano nel gruppo che hanno aperto su Facebook: a centinaia in poche ore, stupiti, affranti, svuotati.

A scuola Claudio non era mai andato benissimo ma solo perché non si applicava molto. “Recuperava sempre nelle ultime settimane”, ricorda la dirigente dell’Istituto, Caterina Montaruli che stamane, appena appresa la notizia, sconvolta, ha voluto parlare con i due amici che erano con il ragazzo poco prima che fosse travolto dal treno. “Volevo abbracciarli”, dice la professoressa.

“L’anno scorso – ricorda ancora la donna – lo avevamo aiutato, quest’anno non è stato possibile”. Preside e amici concordano su una cosa: lo sapeva che sarebbe stato bocciato. Ma forse, in fondo in fondo, sperava di aver recuperato un po’ nell’ultimo quadrimestre. Dj Squalo si è avviato verso casa. Forse gli sono venuti in mente quei passi di danza accennati nel pomeriggio abbracciando la mamma e ridendo, forse ha avuto timore di dare una delusione troppo grande ai suoi genitori. Perché? Non c’é risposta. Ora – come dice il sindaco di Corato, Luigi Perrone, amico del papà di Claudio – non è il giorno dei perché, è il giorno delle lacrime.

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