ROMA – Secondo un nuovo studio della Chongqing Medical University, Cina, quasi tutte le persone contagiate dal coronavirus sviluppano anticorpi.
Il team ha scoperto che su 285 pazienti il 95% ha sviluppato entrambe le tipologie di cellule immunitarie che combattono il virus.
Negli USA e in altri Paesi, i test sugli anticorpi stanno andando avanti per poter capire chi ha già avuto e sviluppato una potenziale protezione contro la reinfezione di COVID-19.
Ma sugli anticorpi rimangono ancora molti interrogativi: se tutti li sviluppano quale livello è necessario per garantire protezione e quanto tempo dura la protezione.
Il recente studio aiuta a rispondere a una di queste domande e “porta la necessaria chiarezza, insieme a rinnovato entusiasmo, agli sforzi per sviluppare e implementare test sugli anticorpi su larga scala per SARS-CoV-2”, ha scritto il genetista Francis Collins sul National Institutes of Health’s (NIH).
Gli anticorpi sono cellule immunitarie che il corpo sviluppa in modo univoco in risposta a un determinato patogeno.
Quando si tratta di un batterio o un virus mai riscontrati prima, come quello che causa COVID-19, le persone non hanno anticorpi per combatterlo.
Ma in risposta alla maggior parte delle infezioni, il corpo inizia a produrre anticorpi che riconosceranno e prenderanno di mira un’infezione nel caso si ripresenti, spesso neutralizzandola completamente.
Gli scienziati, grazie all’esperienza di altri coronavirus, come quelli che causano il raffreddore comune e l’epidemia SARS del 2003, hanno capito che gli umani avrebbero sviluppato anticorpi anche contro il nuovo coronavirus.
Ma fin quando non hanno potuto esaminare i pazienti non c’era certezza.
I ricercatori del Chongqing Medical Center hanno monitorato il sangue dei 258 pazienti alla ricerca di segnali delle cellule immunitarie.
Contro le infezioni produciamo due tipi di anticorpi: immunoglobulina M (IgM) e immunoglobulina G (IgG).
Il primo viene prodotto rapidamente dopo l’infezione. Gli anticorpi IgM forniscono una breve protezione prima di dissolversi.
Nella prima settimana dopo l’infezione, solo circa il 40% dei pazienti aveva sviluppato anticorpi IgM.
Ma quando i pazienti sono rimasti sotto osservazione per due settimane, il 95% di loro ha sviluppato livelli rilevabili di IgM.
Ancora più importante, hanno tutti prodotto IgG, anticorpi che impiegano più tempo a svilupparsi, ma garantiscono una lunga protezione.
In uno studio di approfondimento, i ricercatori hanno prelevato sangue da altri 69 pazienti.
Nel giro di 20 giorni, tutti – tranne due pazienti, madre e figlia – avevano sviluppato anticorpi.
Per sapere quale livello di protezione e per quanto tempo gli anticorpi rendono immuni, i ricercatori come il team in Cina dovranno continuare a seguirli, e forse anche fare “esperimenti” ovvero esporli nuovamente al virus e vedere se gli anticorpi sviluppati li metteranno al riparo da una reinfezione.
La ricerca cinese è un segnale incoraggiante: dopo il contagio, il corpo umano può imparare a difendersi dal coronavirus.
Se sarà confermata, potremmo sviluppare un’immunità di gregge che impedirebbe a future insorgenze di casi di raggiungere livelli epidemici. (Fonte: Daily Mail)