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Coronavirus, scoperta una nuova variante in California: si chiama L452R, comparsa in marzo in Danimarca

Scoperta in California una nuova variante del coronavirus mentre già lo Stato continua a lottare con un numero crescente di contagi e decessi. 

Il ceppo è stato osservato per la prima volta in Danimarca, ma non sembra essere più contagioso nel paese europeo. La variante danese, collegata ai visoni, a novembre ha portato all’abbattimento di 17 milioni di esemplari.

Cosa sappiamo della variante californiana del coronavirus

Nel Golden State, la nuova variante, nota come L452R, risalirebbe a maggio ed è stata collegata a più focolai nella contea di Santa Clara, tra cui uno in un pronto soccorso del Kaiser Permanante in cui sono stati presenti 90 casi e un decesso. Non è chiaro se la nuova variante sia più contagiosa o se diventi più facilmente identificabile man mano che i laboratori eseguono il sequenziamento del genoma.

Le autorità sanitarie USA avvertono che la nuova variante presto diventerà dominante negli Stati Uniti e Anthony Fauci, il massimo esperto di malattie infettive della nazione, afferma che la segnalazione dovrebbe essere considerata un “vibrante appello” affinché gli americani accettino di vaccinarsi. 

La nuova variante è stata identificata nelle contee di Lake, Los Angeles, Mono, Monterey, Orange, Riverside, San Bernardino, Santa Clara, San Diego, San Francisco e San Luis Obispo.

“Il virus continua a mutare e adattarsi e non possiamo abbassare la guardia”, ha affermato Sara Cody, direttrice del dipartimento di Sanità pubblica della contea di Santa Clara.

Charles Chiu, virologo della UC San Francisco, al New York Times ha spiegato che la nuova variante californiana ha tre mutazioni della proteina spike. Chiu ha aggiunto che nel dicembre 2020, era presente nel 3,8% dei campioni di genoma sequenziati. A gennaio, era del 25,2%. Al Times ha detto che, sebbene non ci siano prove che il virus sia più contagioso, “ci sono segnali preoccupanti che la variante possa essere altamente trasmissibile”.

I due vaccini attualmente sul mercato, prodotti da Pfizer-BioNTech e Moderna, mirano entrambi alla proteina spike così da addestrare il sistema immunitario a riconoscere il virus. Chiu ha affermato che i ricercatori stanno attualmente studiando se il virus avrà o meno un impatto sull’efficacia di entrambi i vaccini.

Come procede la vaccinazione negli Stati Uniti

L’introduzione del vaccino, nel complesso, negli USA si sta muovendo a un ritmo lento.

Secondo i Centers for Disease Control and Prevention (CDC), finora  sono state vaccinate solo 12,2 milioni di persone. Cifra molto al di sotto dei 20 milioni di americani che l’amministrazione Trump puntava a vaccinare entro la fine del 2020.

“In presenza di una variante molto, molto diversa, nel senso che è più contagiosa, è necessario fare due cose”, ha detto Fauci. “Primo: raddoppiare le misure di salute pubblica di cui abbiamo continuamente parlato. E’ indispensabile per i primi 100 giorni o forse di più indossare una mascherina, mantenere le distanze, evitare gli assembramenti. Altra cosa importante è vaccinarsi. Se riusciremo a far vaccinare la stragrande maggioranza della popolazione, godremo di ottima salute”. (Fonte: Daily Mail)

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