”Mi dispiace ma non può entrare col cane” ha detto l’esercente di un negozio di dolciumi di Crema (Cremona) a una non vedente. ”Non vede che è munito di croce ed è per ciechi, come me?” ha replicato la donna. Ma non c’è stato nulla da fare.
”Pensavo di meritare un’attenzione differente, un ladro sarebbe stato trattato meglio” ha detto la donna prima di allontanarsi. E’ comprensibilmente rammaricata Marianna Zemiti, la non vedente ventiseienne di Crema, laureata in fisioterapia con un fresco contratto di lavoro all’ospedale di San Miniato Fucecchio in provincia di Pisa.
Pur conscia delle difficoltà che avrebbe incontrato per la malattia che l’ha portata alla cecità, non s’è persa d’animo: con grande determinazione ha conseguito la laurea triennale ed ora sta ultimando la specialistica.
”Ci sono rimata molto male per l’atteggiamento di una commessa, presumo, che non ha voluto ascoltare le mie ragioni. Invano le ho spiegato che per i non vedenti il cane guida è fondamentale per gli spostamenti, ma non c’è stato nulla da fare, quindi mi pare giusto sensibilizzare l’opinione pubblica su un problema reale – riferisce la donna -. Crema è sempre stata, e continuerà ad esserlo, ne sono convinta, una città ospitale”.
Immediata la presa di posizione di Laura Raffaeli, presidente di Blindsight Project, che ricorda come la legge 37 del 1974 consente l’accesso ovunque e sempre al cane guida stabilendo una multa fino a 2.500 euro ai trasgressori.