Scontri a Roma, Cristiano Ciarrocchi: “Voglio incontrare il mio aggressore, lo guarderò negli occhi”

Cristiano Ciarrocchi

Incontrarlo sì, ma per guardarlo negli occhi. Quanto al perdono, ci sarà tempo. Adesso è presto. Cristiano Ciarrocchi,  il ragazzo ferito con il casco da Manuel De Santis durante la manifestazione del 14 dicembre, racconta al Corriere della Sera di voler incontrare il suo aggressore.

Il desiderio del faccia a faccia è partito da De Santis, e ora che sta un po’ meglio  (ematoma al cervello in lento riassorbimento ma resta il dolore della frattura allo zigomo) anche Cristiano apre all’incontro.

“Vorrei guardarlo in faccia – dice al Corriere – capire perché lo ha fatto. Ho saputo dai giornali che ha cercato di contattare la mia famiglia, ma ancora non si è fatto vivo. Mi piacerebbe molto avere un confronto con questa persona, parlare fa sempre bene”. Il perdono, però, è almeno prematuro: “Nelle condizioni fisiche in cui mi trovo non è facile, sono molto colpito anche psicologicamente. A un eventuale perdono ci penserò dopo, quando starò meglio”.

Cristiano, più che giustizia vuole capire il perché del colpo col casco, cosa sia accaduto quel 14 dicembre: “La punizione non mi interessa, però un po’ ci penso, è chiaro. Ora non mi importa molto sapere chi è, la domanda è perché mi avrebbe lanciato un casco in faccia.  Mi ha fatto male sapere che non è un picchiatore o un teppista, ma un esponente del movimento, come me”.

Dopo il colpo, arrivato subito dopo aver lanciato un mandarino, Cristiano spiega di non ricordare più nulla. Al Corriere racconta così quel giorno: “Eravamo tutti molto arrabbiati e quello che non capisco è perché nessuno si chieda il perché di tutta quella rabbia. Anche se ci fosse stata una minoranza che voleva portare violenza, bisognerebbe domandarsi il perché”. “In quel corteo – conclude – non c’erano solo studenti, c’erano precari, terremotati, lavoratori ed erano tutti molto incazzati”.

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