Guerra a sinistra, Delbono attacca Errani: “E’ stato il mio killer politico”

Flavio Del Bono

BOLOGNA – ”Ritengo che il mio killer politico sia stato Vasco Errani, attuale presidente della Regione Emilia-Romagna, con la copertura del segretario Pd Pier Luigi Bersani e il non veto di Romano Prodi”, l’ex sindaco di Bologna Flavio Delbono attacca Vasco Errani in un’intervista a ‘La voce delle voci’, periodico mensile dell’omonima associazione culturale ed edizione nazionale del periodico ‘La Voce della Campania’, fondato nel ’75 e fino all’80 quindicinale del Pci.

”Errani credo l’abbia fatto per calcolo elettorale: c’erano le Regionali e occorreva prendere le distanze dai ‘compromessi’, anche se poi il Pd a Bologna ha preso piu’ voti che alle Comunali. Dunque il Cinzia-gate non l’ha danneggiato”.

Delbono nei giorni scorsi ha patteggiato un anno sette mesi e dieci giorni nel primo filone del ‘Cinzia-gate’ per l’uso illecito di denaro pubblico, relativo ad una decina di viaggi fatti quando era vicepresidente della Regione, seguito da una nuova richiesta di rinvio a giudizio per il mantenimento da parte di Cinzia Cracchi – anche dopo essere stata trasferita alla societa’ Cup 2000 – del bonus di cui godeva quando era nella sua segreteria in Regione.

Sugli attuali rapporti con Errani, Delbono commenta: ”Dovrei dire buoni. In realtà ci siamo visti due volte, la prima in regione e la seconda, come due amanti clandestini che si lasciano, una mattina al casello dell’autostrada. Ovviamente non avevamo nulla da dirci. Gli unici con cui ho mantenuto rapporti sono Prodi, Maurizio Cevenini (ex candidato alle primarie del Pd ritiratosi dopo un’ischemia transitoria, ndr) e l’assessore provinciale Giacomo Venturi, piu’ qualche consigliere comunale”.

”Nei miei confronti – aggiunge nell’intervista – c’è stato un accanimento mediatico perché la vicenda investiva la sfera privata. E’ giusto che chi sbaglia paghi, l’ho fatto e molto, in termini assoluti e comparativi. Dunque una mia ripresa politica non è in agenda e non la troverei neanche giusta, adesso. Avevo 400 numeri nella rubrica del telefono, adesso ne ho 70 o 80, compresi quelli obbligati. Questo dà la misura della fuga”.

Delbono giudica anche criticamente le proprie ‘aperture’ a Cinzia Cracchi, affermando anche di essere stato malconsigliato, ”ma si pensava alla reazione di una donna ferita. Poi anche lei deve aver perso il controllo della situazione”. Nell’intervista, l’ex sindaco ritiene fra l’altro di scontare ”un eccesso di autonomia, il non essere stato particolarmente prono alle ‘tradizioni consociative’. Si è visto quando ho insediato il comitato strategico dei saggi senza usare bilancini e per questo sono stato attaccato da Cna e Cgil”. ”E intanto oggi – prosegue – c’è chi raccoglie apprezzamenti del passato, come accaduto con quelli del Collegio Costruttori dopo le modifiche al piano regolatore. Oppure con quelli degli ambienti finanziari bolognesi, tra cui Unipol, schierati apertamente per alcuni candidati del centrosinistra, perche’ qui si punta a mantenere una certa ortodossia comunista nell’amministrare la cosa pubblica”.

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