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Diagnosi precoce del tumore alla prostata, arriva un nuovo indicatore

di luiss_smorgana |25 Ottobre 2010 21:50

Per la diagnosi precoce del tumore alla prostata non c’è più solo il test che dosa il Psa, l’antigene prostatico specifico. Un nuovo studio del dipartimento di Urologia del San Raffaele di Milano in collaborazione con il Laboratorio di diagnostica e ricerca Laboraf ha dimostrato ”l’efficacia significativamente maggiore” del nuovo marker ‘2proPsa’ e dei suoi derivati (‘%p2Psa’ e ‘phi’).

Lo studio, presentato al congresso della Società italiana di urologia (Siu), ha coinvolto circa 700 pazienti con sospetto tumore alla prostata o diagnosi accertata, e ha confermato che la molecola ‘2proPsa’ insieme ai suoi due valori derivati rappresenta un marcatore più accurato rispetto al dosaggio di Psa totale e Psa libero nell’identificazione del cancro alla prostata. In particolare, nei pazienti con più di 50 anni con Psa totale sospetto ma esplorazione rettale non sospetta, i parametri derivati sono risultati ”significativamente più precisi del Psa totale e del Psa libero nell’identificazione dei pazienti realmente affetti da tumore prostatico o a rischio di svilupparlo”.

Inoltre, i tre parametri (‘p2Psa’, ‘%p2Psa’ e ‘phi’) sembrano essere correlati all’aggressività della neoplasia. Per gli esperti il nuovo marker garantisce non solo una piu’ accurata identificazione del tumore, ma anche una migliore definizione dell’indice di aggressività dello stesso. Questo potrebbe inoltre consentire, oltre alla diagnosi precoce e una maggiore personalizzazione della terapia a seconda delle caratteristiche del singolo paziente. Infine, la disponibilità di un marcatore più accurato consentirà di ridurre le biopsie inutili, circa il 60-70% di tutte quelle eseguite.

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