Si rompe la diga di Montedoglio: paura nella notte in Toscana e Umbria. L’allarme ora è rientrato

L’allarme per il guasto alla diga di Montedoglio (Arezzo) che ieri intorno alle 21,30 ha fatto evacuare per precauzione centinaia di persone che vivono in prossimità del Tevere tra Toscana e Umbria nelle località di Santa Fiora, Gricignano, Il Trebbio e Vannocchia, è cessato: la situazione è in lento miglioramento.

Il livello dell’acqua che fuoriesce dalla diga è infatti sceso a 200 metri cubi al secondo, mentre stanotte aveva raggiunto quota seicento. Secondo il vicesindaco di San Sepolcro, Simone Mercati, “l’allarme sta rientrando e nelle prossime ore gli sfollati potrebbero già tornare nelle loro abitazioni. Nei prossimi giorni sarà possibile cominciare a verificare i danni subiti dalla diga e capire se le strutture dei ponti lungo il Tevere sono state danneggiate”.  Anche l’ente irriguo umbro-toscano, in un fax inviato alla protezione civile sostiene che “la breccia appare stabilizzata” ed è quindi “esaurita la fase di allarme per possibile collasso”.

Intanto continua il monitoraggio lungo il fiume Tevere, ma secondo la protezione civile umbra il livello del fiume è in calo, tranne che nel tratto tra Sansepolcro e Città di Castello, dove molti campi restano allagati. “L’allarme è cessato – conferma Diego Zurli, direttore dell’ente irriguo umbro-toscano che gestisce la struttura – anche se circolano strane voci sul cedimento di un altro concio. Abbiamo fatto ora il giro completo e non ci risulta assolutamente”. Al momento il flusso di acqua dalla falla è di circa 180 metri cubi al secondo. “Stanotte – spiega Zurli – consideri che ne uscivano 700”.

Non vuole minimizzare Zurli, ma sottolinea che “la diga non è stata assolutamente intaccata nella sua tenuta: ciò che si è rotto sono due conci del canale di scarico di superficie”. Sulle cause, al momento, non ci sono spiegazioni. “Quel canale sta lì da 30 anni – dice Zurli – dovremo capire se si tratta di un difetto di costruzione o cos’altro. Ora e’ assolutamente prematuro: faremo svuotare ancora un po’ l’invaso e poi vedremo”.

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