Dna di Gesù: prelievi dalla Sindone alla ricerca dei suoi discendenti

Dna di Gesù: la ricerca di un biblista e di un genetista
Dna di Gesù: la ricerca di un biblista e di un genetista

ROMA – Alla ricerca del DNA di Gesù: scienziati e studiosi di religione hanno avviato un progetto per trovare eventuali suoi discendenti. Scienza e religione non sempre vanno d’accordo ma nel tentativo di scoprire nuovi dettagli su Gesù e i suoi discendenti uno studioso delle Sacre Scritture e un genetista hanno deciso di collaborare nella ricerca del suo DNA.

Per analizzare i reperti provenienti da tutto il mondo, tra cui la Sacra Sindone a Torino, il Sudario a Oviedo e alcune ossa scoperte di recente che si pensa possano appartenere a Giovanni il Battista, cugino di Gesù, gli esperti utilizzano tecnologie di ultima generazione.

La ricerca potrebbe portare alla scoperta di un campione di DNA appartenuto a Gesù, o a un componente della famiglia, così da individuare eventuali collegamenti con persone attualmente viventi.

Un nuovo documentario di History Channel mostra il lungo viaggio in Spagna, Italia, Israele e Mar Nero, del genetista George Busby della Oxford University e del biblista Joe Basile per trovare tracce del DNA di Gesù, spiega il Daily Mail.

Tra i manufatti analizzati ci sono le “ossa di Giovanni Battista” ritrovate in Bulgaria nel 2010; risalgono a 2.000 anni fa, hanno mostrato somiglianze con le popolazioni del Medio Oriente, e potrebbero risultare “estremamente importanti” ai fini della ricerca, poiché si pensa che Giovanni Battista fosse cugino di Gesù oltre che suo discepolo; il che significa che potrebbero condividere il DNA, spiega Busby.

“Siamo in grado di confrontare il DNA di una reliquia di DNA da altre reliquie”, ha scritto il genetista in un articolo su The Conversation. “Se troveremo altre reliquie attribuite a Giovanni Battista, o a un parente stretto di Gesù, allora potremmo usare la genetica per un confronto. Inoltre, abbiamo campioni di DNA di persone in tutto il mondo che possono essere utilizzate per fare supposizioni sulle origini geografiche delle reliquie”.

I ricercatori hanno anche analizzato la Sacra Sindone di Torino, un lenzuolo di lino tessuto a spina di pesce in cui sarebbe stato avvolto Gesù quando fu deposto dalla Croce, alcuni testi antichi e il Sudario di Oviedo, un telo di lino utilizzato per avvolgere il capo di Cristo dopo la sua morte, che al contrario della Sindone ha impresse solo macchie di sangue.

Ma l’estrazione di un campione di DNA ignoto non significa che possa essere collegato a una persona in particolare, per un confronto avrebbero bisogno di un campione già noto. Questi risultati corrono anche il rischio di contaminazione: nel caso delle ossa, ad esempio, i ricercatori hanno scoperto che il DNA corrispondeva alla persona da cui era stato prelevato il campione.

Tuttavia questi campioni possono essere utili ai fini della ricerca del DNA di Gesù e della sua famiglia, spiega il genetista. “Il DNA nel tempo si degrada, per cui possiamo testare qualsiasi DNA estratto da resti antichi come segno rivelatore di degrado; ciò significa che siamo in grado di differenziare la contaminazione moderna rispetto ad antichi genomi” scrive Busby. “Possiamo anche cercare di estrarre il DNA dalla parte interna delle ossa e la sequenza di DNA dalle persone entrate in contatto con i manufatti per ci aiuteranno a raccontare il DNA antico oltre a moderne contaminazioni”.

I ricercatori sperano che, trovando un campione di DNA di Gesù, possano dunque identificare eventuali discendenti attualmente viventi e, al contempo, acquisire nuove conoscenze su Gesù.

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