”Avevo 14 anni, un guardiano mi blocca e mi dice: fuori dal bagno delle donne!”. Per Davide Tolu, allora Roberta, quell’episodio segna la conquista della propria identità maschile, imprigionata in un corpo femminile. Sono passati 26 anni e di passi importanti ne ha fatti il quarantenne sardo regista teatrale.
Prima il passaggio da donna a uomo, poi da etero a omosessuale: oggi vive con il suo compagno ma dice di aver scoperto anche un’indole bisex. Insomma, Davide, manco a dirlo, ha sposato una filosofia ”definirsi è finirsi”, come scrive nel suo blog. E’ un percorso singolare quello di Roberta-Davide che dal Villaggio Moratti di Sarroch dove viveva con la sua famiglia, padre operaio alla Saras, si è trasferito a Genova una decina di anni fa per fondare il primo coordinamento in Italia FtoM (Female to Male, ovvero da donna a uomo), per dare voce a quanti si sentono uomini dentro una corazza femminile.
”Detestavo il mio corpo”, racconta. A trent’anni Roberta si presenta dai suoi genitori ‘vestita’ da uomo. ”I miei hanno pianto, poi mi sono stati vicino nella decisione di cambiare sesso”. Così avviene la liberazione grazie a un salvifico bisturi che gli restituisce il corpo voluto. Un’odissea narrata nel suo romanzo autobiografico, il primo in Italia che racconta il passaggio da donna a uomo, ”Il viaggio di Arnold”, edito dalla Eur.
”E’ straziante sognare una muscolatura alla Schwarzenegger mentre lo specchio ti rimanda ben altro. Desideravo una ragazza, come i miei coetanei, ma attraevo gay e lesbiche”, dice Davide. Oggi è felice ma le sorprese nella sua vita non sono finite. Si è innamorato di un uomo, il suo attuale compagno.
”E’ stata una sorpresa riscoprirmi da etero omosessuale e ora bisex – racconta Davide – ma in fondo, non si vive meglio senza etichette? Mi chiedono in tanti se mi sono mai pentito di quanto ho fatto, mai, la mia identità di genere prescinde dalle mie scelte. L’esperienza del passaggio da un sesso all’altro mi ha insegnato che non ci sono differenze così nette tra i due sessi. E’ come se esistesse una sorta di ‘individuo-base’ non maschio ne’ femmina”.
Ora sotto quella barba e quei muscoli è difficile immaginare una Roberta. ”E’ stata dura arrivare fino a qui, ma non avrei potuto vivere contro natura”. La storia di Arnold, la storia di un uomo nato donna, è già il passato.
Davide, che nella vita ha fatto anche il bagnino e l’istruttore di nuoto, dal 2008 si occupa di drammaturgia e regia con la Compagnia Officine Papage. Porta in giro per l’Italia spettacoli e laboratori che hanno anche un intento sociale: aiutare altri che vivono il dramma di sentirsi in un corpo diverso.
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