Due anni di buio e inverno, come l'asteroide uccise i dinosauri Due anni di buio e inverno, come l'asteroide uccise i dinosauri

Due anni di buio e inverno, come l’asteroide uccise i dinosauri

Due anni di buio e inverno, come l'asteroide uccise i dinosauri
Due anni di buio e inverno, come l’asteroide uccise i dinosauri

ROMA – Nell’impatto dell’asteroide che 66 milioni di anni fa provocò l’estinzione dei dinosauri, la Terra sarebbe rimasta immersa nell’oscurità, almeno per 2 anni.

Da alcune nuove simulazioni informatiche del Centro Nazionale per la Ricerca Atmosferica (NCAR) con il supporto di NASA e dell’University of Colorado Boulder, è emerso in che misura la quantità di detriti abbiano devastato il pianeta.

Il team ha utilizzato i computer per eseguire un modello sull’aspetto che la Terra poteva avere alla fine del periodo Cretaceo, dopo che un grande asteroide colpì quella che oggi è la penisola dello Yucatán, che separa il mar dei Caraibi dal golfo del Messico.

L’impatto probabilmente ha scatenato terremoti, tsunami e perfino eruzioni vulcaniche in tutto il pianeta, scrive il Daily Mail.

Ora gli scienziati riusciranno a capire perché, in quel momento, sono morte più di tre quarti delle specie del pianeta mentre altre sono sopravvissute.

“L’estinzione di molti animali di grandi dimensioni presenti sulla Terra potrebbe essere stata un’immediata conseguenza dell’impatto ma le specie che vivevano negli oceani o che potevano scavare nella terra, potrebbero essere sopravvissute” ha detto il ricercatore del NCAR Charles Bardeen a capo della ricerca.

“Lo studio ha esaminato la storia dopo gli effetti iniziali, dopo i terremoti, gli tsunami e il calore”.

“Volevamo guardare le conseguenze a lungo termine provocate dalla quantità di fuliggine che pensiamo fosse presente e quale l’impatto sugli animali sopravvissuti”.

A marzo di quest’anno, i campioni base hanno rivelato che la vita sulla Terra è riemersa dopo l’arrivo dell’asteroide, secondo Christopher Lowery, ricercatore all’University of Texas-Austin parlando al Planetary Sciences Conference (LPSC) a Houston.

Ma il nuovo studio ha mostrato che, anni dopo la collisione, la vita sulla Terra fosse molto diversa.

Dalle simulazioni è emerso che dopo l’impatto dell’asteroide, nell’atmosfera si sarebbero dispersi 15.000 milioni di tonnellate di fuliggine, formando una barriera tra la Terra e la luce del sole.

“All’inizio, era buio come se fosse sempre notte”, ha detto il co-autore Owen Toon, ricercatore all’ University of Colorado Boulder.

Gradualmente lo strato di fuliggine si sarebbe disperso, il cielo si è illuminato nuovamente ma la fotosintesi per più di un anno e mezzo è rimasta bloccata.

L’asteroide, secondo lo studio, aveva danneggiato le piante sulla Terra e la mancanza di luce solare avrebbe colpito il fitoplancton negli oceani.

Anche se le stime iniziali fossero sbagliate e si fosse disperso solo un terzo della fuliggine, per un anno la fotosintesi non sarebbe stata possibile, sostengono i ricercatori.

L’assenza della luce del sole probabilmente ha raffreddato la Terra ma negli strati superiori dell’atmosfera, la fuliggine ha riscaldato l’atmosfera, con il vapore acqueo che reagiva nella stratofera che, producendo idrogeno, distruggeva l’ozono.

Gestione cookie