Il team Pristine Seas della National Geographic Society ha fatto una scoperta sorprendente durante una spedizione alle Isole Salomone, nel Pacifico sud-occidentale: la colonia di coralli più grande mai registrata. Misurando 112 metri per 105, questa colonia mastodontica è più lunga di una balenottera azzurra e visibile persino dallo spazio. Tuttavia, la sua scoperta è avvenuta quasi per caso, come racconta Molly Timmers, capo scienziato della spedizione: “L’abbiamo trovata la notte prima di spostarci in un’altra area”.
Questa colonia è composta da quasi un miliardo di polipi di corallo geneticamente identici che agiscono come un unico organismo. La specie è il Pavona clavus, nota come “corallo scapolare” per le sue caratteristiche colonne che ricordano delle spalle. Anche se appare come un’enorme roccia marrone, con macchie di colori vivaci come giallo, rosso, rosa e blu, i coralli sono animali, imparentati con le meduse e gli anemoni di mare. Ogni colonia è formata da migliaia di polipi che lavorano insieme per formare un reef.
Nonostante le sue dimensioni, questa colonia è rimasta inosservata per secoli, probabilmente perché si trova a 13 metri di profondità ed è circondata da sabbia. La popolazione locale, priva di attrezzature per immersioni, potrebbe averla scambiata per una grande roccia. Secondo gli esperti, la colonia ha circa 300 anni e ha vissuto eventi storici significativi, dal periodo coloniale alla Seconda Guerra Mondiale fino alla pandemia di COVID-19.
Nel corso della sua lunga esistenza, questa colonia ha assistito ai cambiamenti drammatici dell’oceano, come il riscaldamento globale, l’acidificazione delle acque e l’inquinamento. I coralli, infatti, sono estremamente sensibili alle variazioni ambientali: l’aumento della temperatura e dell’acidità dell’oceano può indebolire il loro scheletro, rendendoli fragili, come l’osteoporosi negli esseri umani.
Nonostante il declino dei reef globali, trovare una colonia così grande e in salute è fonte di speranza. La sua posizione in acque profonde e fresche, protetta da una scogliera, potrebbe spiegare la sua resilienza. La comunità locale spera che questa scoperta aiuti a ottenere protezioni nazionali per le loro acque, già protette informalmente da 14 anni. Enric Sala, fondatore di Pristine Seas, sottolinea l’urgenza di preservare gli oceani e di eliminare gradualmente i combustibili fossili per evitare conseguenze catastrofiche per i reef. Questa colonia, simbolo di vita e resistenza, ci ricorda: “Siamo ancora qui. Non dimenticateci”.
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