ROMA -“L’eccidio di Portella della Ginestra del primo maggio del 1947, verrà ricordato all’interno delle manifestazioni per la Festa del cannolo, di cui Lele Mora sarà gradito ospite..”. No, non è uno scherzo, ma l’incipit del pezzo che Alessandra Longo ha scritto oggi, sabato 30 aprile, per il quotidiano La Repubblica.
All’inizio abiamo pensato ad un corsivo satirico, ad una fanta cronaca dal Belpaese, per usare proprio i titilo della rubrica della Longo.
Così, per scrupolo, abbiamo chiamato Vito Lo Monaco, presidente del centro Pio La Torre, del quale per altro ricorre il ventinovesimo anniversario dal suo assassinio per mano mafiosa, per saperne di più.
Lo Monaco, instancabile animatore delle battaglie contro le mafie e contro la cancellazione della memoria ci ha confermato tutto, ci ha detto che è proprio vero che il locale sindaco berlusconiano ha promosso l’iniziativa ” Cannoli e friends” nell’ambito della quale ha inserito anche una cerimonia in memoria delle vittime della strage di Portella di Ginestra che, ricordiamolo, furono giustiziate dal bandito Giuliano e dai suoi complici, mentre festeggiavano il primo maggio.
Tra un cannolo e l’altro il sindaco e Lele Mora dovrebbero anche inaugurare un affresco in onore di chi fu giustiziato dalla mafia, dai suoi complici, da chi odiava e odia le bandiere rosse e la festa del primo maggio.
Non vogliamo contestare al sindaco il diritto di festeggiare quello che gli pare con Lele Mora , i suoi camerati, le sue orfanelle, più o meno egiziane, ma lascino stare i morti di Portella, li lascino al ricordo dei loro familiari e dei loro compagni di allora.
Ci sono omaggi che sono peggio di un oltraggio. Questo è uno di quelli!
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