Emergency “non vuole avere nessun rapporto, di nessun tipo” con i militari italiani nei Paesi dove operano gli ospedali dell’organizzazione umanitaria. Lo ha sottolineato il presidente dell’ong Gino Strada.
Strada ha spiegato i motivi che lo hanno spinto a questa decisione: “Facciamo cose diverse: noi siamo lì per salvare vite, loro sono lì per ammazzarne. Non c’é mai stato con loro un punto d’incontro e non vedo come potrebbe esserci”.
Strada ne ha parlato stasera a Venezia, commentando l’arresto in Afghanistan dei tre operatori internazionali di Emergency: “I militari in nessuna parte del mondo rispondono ad un governo: questo è il problema del pianeta, c’é questa casta che ha in mano le armi”. “A loro secca che sia evidente che stanno bombardando i civili” ha proseguito Strada, sottolineando che Emergency “non ha nessun problema di rapporti con le autorità afgane”.
Il fondatore di Emergency ha detto di avere “un’idea, in ogni caso, su chi ha organizzato quanto accaduto all’ospedale Lashkar-Gah. Si tratta di capire chi c’é dietro. Cosa ci facevano i militari inglesi nel nostro ospedale? Che intenzioni hanno?”.
Presente all’incontro di Venezia anche Matteo Dell’Aira, uno dei tre volontari che erano stati arrestati nell’ospedale di Lashkar-Gah: “Spero di tornare presto in Afghanistan”.
Strada ha anche aggiunto che il ruolo di Emergency dopo l’arresto dei tre volontari italiani in Afghanistan “non cambierà. Emergency continuerà a curare persone, continuerà a farlo in modo neutrale, indipendente, senza discriminazioni e ovunque sarà possibile”.
Il fondatore di Emergency si è detto fiducioso che alla fine “si riuscirà anche a riaprire l’ospedale di Lashkar-Gah”. Ha bollato poi come “semplici stupidaggini” le ipotesi che l’Ospedale di Lashkar-Gah possa essere riaperto solo se il governo italiano garantirà un maggiore appoggio: “Emergency apre i suoi ospedali per decisione propria, non c’entra niente il governo italiano”.