Terremoto L’Aquila. Fatture gonfiate, lavori inesistenti: sette arresti

Pubblicato il 14 Marzo 2011 - 20:30 OLTRE 6 MESI FA

PESCARA – Documentazione falsa e fatture gonfiate per distribuire a pioggia fondi stanziati per la ricostruzione post sisma in Abruzzo, il tutto con la connivenza del responsabile dell’Ufficio Tecnico incaricato delle verifiche sull’ammissibilità dei contributi. E’ il sistema, secondo l’accusa, messo in piedi da sette persone, arrestate lunedì 14 marzo per truffa aggravata dalla Guardia di Finanza di Popoli (Pescara).

Gli arrestati sono accusati di aver ‘pilotato’ i lavori sottraendo circa 455 mila euro di risorse pubbliche destinate alle popolazioni colpite dal terremoto del 2009. Le indagini sono state coordinate dal sostituto procuratore di Pescara Gennaro Varone.

Ai domiciliari, su ordinanza del Gip di Pescara Guido Campli, sono finiti: Paolo Arditi, 62 anni, di Manoppello (Pescara), responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Torre de’ Passeri (Pescara), il figlio architetto, Giuseppe Arditi (35) di Popoli, e il geometra Michele Pace (51) di Pianella (Pescara), il quale, insieme all’architetto, attestava false ristrutturazioni, concedendo così il permesso di gonfiare i costi.

Gli altri destinatari del provvedimento di custodia sono quattro imprenditori, titolari di ditte edili che hanno eseguito gli interventi su incarico di privati: Fernando Del Rossi (55) di Pescosansonesco (Pescara), Urim Muca, quarantenne albanese, Lucio Marsili (42) di Pietranico (Pescara) e Romolo Pasquale De Angelis (46) di Torre de’ Passeri.

A insospettire le Fiamme Gialle è stata una fattura gonfiata, oltre al modus operandi degli indagati, ha detto ai giornalisti il colonnello Maurizio Favia, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Pescara, aggiungendo che ”le indagini non sono concluse”. Tra le incongruenze emerse nel corso delle indagini, il fatto, che per tinteggiare il muro di uno stabile fosse stato allestito un ponteggio intorno all’intero perimetro della costruzione.

Erano stati inoltre preventivati interventi che non sarebbero mai stati eseguiti perché impossibili: in un caso era prevista la demolizione di un massetto risultato inesistente, oppure venivano utilizzati materiali di valore nettamente inferiore a quelli autorizzati. Ciononostante, tali lavori, i cui pagamenti erano regolarmente autorizzati, venivano ammessi al contributo statale.

Fondamentale, secondo l’accusa,  il ruolo del geometra Paolo Arditi, che era anche responsabile dell’Ufficio Sisma e controllava l’iter burocratico: il figlio architetto ha realizzato il 52% dei progetti che lui ha poi controllato. Gli accertamenti della Finanza hanno riguardato 16 immobili adibiti a civile abitazione e 11 edifici pubblici, tra cui impianti sportivi.

Per uno di questi è stata truffata la compagnia Ina Assitalia: nonostante gli immobili, in base alle schede redatte dai funzionari della Protezione Civile, avessero riportato danni pressoché nulli, sono stati presentati computi metrici con lavori esorbitanti per truffare la compagnia assicuratrice che ha quindi accreditato al Comune di Torre de’ Passeri centomila euro, a titolo di acconto per la ristrutturazione.

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