X

eSecurity, il software italiano che prevede il crimine come in Minority Report

di admin |19 Gennaio 2023 9:57

ROMA – Anche in Italia arrivano le squadre per “prevenire il crimine” in stile Minority Report. Il software “eSecurity“, sviluppato dal gruppo eCrime dell’università di Trento in collaborazione con la Questura, utilizza sofisticati algoritmi per prevedere gli atti criminali e cercare di fermarli prima che avvengano, scrive Repubblica. Proprio come il detective del film di Steven Spielberg interpretato da Tom Cruise, che in una Los Angeles del 2054 arrestava i futuri criminali.

Il software italiano è solo l’ultimo dei software già sviluppati e utilizzati a Memphis, Los Angeles e Londra. Software che hanno permesso la diminuzione del 31% della criminalità in un anno nelle rispettive città. La Commissione europea ha finanziato il progetto “eSecurity” per 400mila euro, spiega Andrea Di Nicola, docente di criminologia e coordinatore scientifico del progetto, a Repubblica:

“Gli eventi criminali tendono a concentrarsi in luoghi specifici del tessuto urbano e in particolari archi temporali. Analizzando la banca dati che contiene l’analisi dei crimini avvenuti in passato, la loro dislocazione spazio-temporale e le eventuali ricorrenze è possibile disegnare mappe di rischio capaci di prevedere i luoghi di concentrazione della criminalità e razionalizzare, di conseguenza, i servizi di pattugliamento”.

I reati che il software riesce a prevedere al momento sono soprattutto furti, rapine e spaccio di droga. Reati a sfondo sessuale e omicidi sono più difficile da prevedere a Trento, una piccola città dove (per fortuna) il numero di casi è limitato e la statistica non aiuta l’algoritmo, spiega il vicequestore Salvatore Ascione:

“Esistono da sempre una serie di dati ambientali già noti alla Polizia. Potere incrociare però tutti i dati disponibili, in modo scientifico e computerizzato, ci mette in condizioni di usare al meglio le nostre conoscenze. E ci fa fare un salto di qualità, dà strumenti in più a tutti gli agenti, anche gli ultimi arrivati”.

 Cesare Furlanello, capo dell’unità di ricerca Mpba “Modelli predittivi per la biomedicina e l’ambiente”, che ha partecipato al progetto spiega a Repubblica:

“La previsione dei reati assomiglia, in una certa misura, alle nostre mappe di rischio epidemiologico. Come per le malattie anche nei reati esistono la stagionalità, i fattori di rischio, la predisposizione, i rischi ambientali”.

Per ora “eSecurity” è attivo solo a Trento, ma se il progetto avrà successo sarà esportato anche nelle altre città italiane. Spielberg ipotizzava la polizia precrimine nel 2054, ma il futuro stavolta potrebbe arrivare prima della semplice fantascienza.

Scelti per te