Fiat, la sfida degli operai licenziati a Melfi: “Domani andremo in fabbrica”

Operai sfilano a Melfi

I tre operai di Melfi licenziati dalla Fiat e reintegrati dal giudice del lavoro hanno deciso di ripresentarsi regolarmente in fabbrica lunedì 23 agosto nonostante un telegramma della Fiat li invitasse a rimanersene a casa fino alla discussione del ricorso.

”Domani ci presenteremo al nostro posto di lavoro”, ha detto Giovanni Barozzino ai microfoni di SkyTg24 parlando anche a nome degli altri due lavoratori, Antonio Lamorte e Marco Pignatelli.

”Lo ha ordinato il giudice con un decreto. Se per l’azienda il decreto è carta straccia, se ne assume le responsabilita”’, ha aggiunto l’operaio. ”Noi non siamo parassiti, vogliamo il nostro posto di lavoro. Cosa significa vi paghiamo lo stipendio?”, ha chiesto Barozzino.

Il Lingotto nel telegramma inviato sabato 21 agosto  ha infatti fatto sapere che ”non intende avvalersi delle loro prestazioni” pur rispettando gli obblighi contrattuali nei loro confronti, fino al 6 ottobre, data della prima udienza in cui sara’ discusso il ricorso dell’azienda contro la decisione del giudice del lavoro che ha reintegrato i tre dipendenti.

Compatti, i sindacati, hanno contestato la decisione dell’azienda che è stata duramente criticata anche dal partito Democratico. I tre erano stati licenziati per aver ostacolato la produzione durante un corteo interno. Il tribunale del lavoro, primo grado di giudizio, ha valutato “antisindacale” il comportamento di Fiat e ordinato il reintegro dei tre.

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