Quando i miracoli del botox erano ancora ignoti Diane de Poitiers, l’amante del re Enrico II, di 20 anni più giovane, rincorreva l’eterna giovinezza bevendo infusi d’oro e mercurio. La ricetta, che le fu consigliata dagli alchimisti del tempo, fece per anni di Diana la più bella del regno di Francia, ma finì anche con l’avvelenarla. Che Diana abbia esagerato nelle dosi per conservare una pelle di porcellana e un incarnato invidiabile che stupiva sempre più col passare del tempo, lo ha rivelato uno studio recente condotto dai ricercatori dell’ente degli ospedali di Parigi.
I dettagli sono stati pubblicati dal Bristish Medical Journal e li ricorda il quotidiano Le Parisien. L’equipe di Philippe Charlier, specialista nella ricerca paleopatologica, ha analizzato le spoglie della bella Diana, morta a 66 anni nel 1566, riesumandone più di un anno fa il corpo sepolto nel cimitero di Anet, nel nord della Francia. Le analisi biologiche su alcune ossa e tessuti del cranio hanno permesso di individuare le tracce del metallo «in quantità 500 volte superiori al normale», ha spiegato il tossicologo Joel Poupon, dell’ospedale Laribosiere di Parigi.
L’analisi di un capello ha poi confermato i risultati e le dosi massicce di oro ingerite dalla bella Diana. «Altamente tossico in grandi quantità – spiega Poupon – il metallo porta ad un calo immunitario, ad un’insufficenza renale e all’ anemia. Nelle sue lettere – continua – Diana scriveva spesso che era malata». Quella tinta color del latte, tanto invidiata dalle contemporanee, era dunque segno «della lenta intossicazione» che l’ha uccisa.
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