Gb, protesi ricavate dai rifiuti ospedalieri: come faranno “ricrescere” nuove ossa e cartilagini

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Gb, protesi ricavate dai rifiuti ospedalieri: come faranno “ricrescere” nuove ossa e cartilagini

ROMA – Nel Regno Unito, ogni anno vengono prodotte oltre 100.000 tonnellate di rifiuti ospedalieri, che al servizio sanitario britannico costano milioni di sterline per lo smaltimento. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] I rifiuti includono tessuto adiposo, ossa e altre parti del corpo rimosse durante gli interventi chirurgici, la maggior parte dei quali finisce negli inceneritori.

Gli scienziati ora stanno utilizzando alcuni di questi prodotti di scarto per sviluppare nuovi trattamenti per i pazienti che hanno bisogno di protesi all’anca o al ginocchio. Il progetto è quello di far crescere nuove ossa e cartilagini che siano forti e durare per il resto della vita del paziente, a differenza di molte protesi che dopo alcuni anni vanno sostituite.

In Gran Bretagna, si stima che 9 milioni di persone abbiano l’osteoartrite. Mentre il corpo invecchia, le articolazioni principali, come i fianchi, le ginocchia e i polsi, risentono dell’usura, scrive il Daily Mail.

La cartilagine tra le ossa, che in precedenza assorbiva l’impatto derivante dal camminare o correre, tende a degenerare provocando attrito fra le ossa, col risultato di articolazioni gonfie ed estremamente dolorose.

Per diminuire l’infiammazione, i pazienti ricorrono agli antidolorifici o iniezioni di steroidi ma in molti hanno bisogno di protesi all’anca o al ginocchio che durano circa 20 anni e che nel tempo, inoltre, rilasciano minuscole particelle di metallo o plastica, provocando infiammazione che allenta il legame tra l’impianto e l’osso del paziente, causando l’instabilità dell’articolazione.

Ciò significa che molte persone hanno bisogno di un nuovo intervento ma se il progetto dell’University of Strathclyde, in Scozia, avrà successo le cose potrebbero cambiare.

Gli scienziati stanno comprando articolazioni dell’anca umana scartate da un ospedale locale ed estrapolano le cellule staminali per far crescere in laboratorio nuove ossa e cartilagini.

Ma a dimostrarsi utile potrebbe essere anche il tessuto adiposo: uno studio della Cambridge University, iniziato nel 2017, è mirato a capire se le cellule staminali possano essere utilizzate per ottenere nuove cartilagini destinate a pazienti affetti da osteoartrite.

Brendon Noble, capo scienziato della Stem Cell Foundation del Regno Unito, afferma: “L’uso di rifiuti sanitari è standard nella ricerca e sta diventando sempre più importante nello sviluppo di nuove cure” e aggiunge che per i pazienti non c’è il rischio di rigetto del nuovo tessuto poiché, secondo alcuni esperti, la cartilagine è “immunologicamente privilegiata”.

Ciò significa che, quando trapiantata, è una delle poche parti del corpo con meno probabilità di essere respinta dal sistema immunitario.

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