Genographic, mappa Dna ti dice chi sono e da dove vengono i tuoi antenati

ROMA – Una mappa del Dna per scoprire chi sono i tuoi antenati e da dove vengono. Non si parla di bis o trisnonni, ma dei propri avi che vissero circa 70mila anni fa. Questo è il Progetto Genographic, il progetto lanciato da National Geographic e Ibm che partendo dall’analisi del Dna riesce a tracciare le migrazioni umane da quando lasciarono l’Africa oltre 70mila anni fa ad oggi. E scoprire di non essere un homo sapiens al 100 percento, ma di avere antichi antenati anche tra i Neanderthal e i Denisova non sarebbe poi così raro, secondo i risultati dello studio.

Marco Cattaneo, direttore di National Geographic, su Repubblica racconta il prezioso progetto e descrive la sua “mappa”:

“Con l’aria che tira in Europa c’è il rischio di essere frainteso, ma io sono — come tutti — una specie di miscuglio etnico: per metà mediterraneo, un po’ nordeuropeo, un po’ mediorientale. Con in più un due per cento di uomo di Neanderthal e un pizzico di uomo di Denisova, l’enigmatica specie di ominidi scoperta appena cinque anni fa nei Monti Altaj, in Siberia”.

Cattaneo fa parte delle oltre 660mila persone che hanno partecipato al Progetto Genographic negli ultimi 10 anni e che hanno dato il proprio Dna per ricostruire le migrazioni dei propri antenati. Il giornalista e direttore di National Geographic scrive su Repubblica:

“A oggi il Genographic ha analizzato il Dna di oltre 660mila persone, ricostruendo la mappa delle migrazioni umane con una precisione senza precedenti, grazie all’esame di 150mila marcatori genetici. Ogni nostra cellula contiene cromosomi che sono la combinazione del Dna che ereditiamo dai nostri genitori. Con qualche eccezione. Il Dna mitocondriale, per esempio, lo ereditiamo soltanto dalla madre, e il cromosoma Y dal padre. È da questi che si ricostruiscono le due linee di discendenza. E per questo le donne, che non hanno il cromosoma Y, non possono conoscere la propria storia paterna se non grazie all’analisi del Dna di un congiunto maschio di primo grado”.

D’altronde il Dna passa di generazione in generazione e anche le mutazioni sono importanti per mappare quanto avvenuto millenni prima che arrivassimo noi:

“E una mutazione di successo è come una specie di post-it sulla doppia elica del Dna; viene trasmessa per millenni ai discendenti del primo che l’ha recata. Confrontando il genoma di molti individui, con il metodo dell’“orologio molecolare” si riesce a stabilire quando e dove una mutazione sia avvenuta per la prima volta. E l’epoca e il luogo di quel primo evento segnano l’inizio di una nuova linea di discendenza umana. Così, controllando quali marcatori ci sono nel nostro Dna, si risale nella nostra storia personale, fino a quelle piccole comunità che vivevano 75mila anni fa nel cuore dell’Africa, e da cui tutti discendiamo”.

Prndere parte al test è semplice, spiega Cattaneo:

“Per farlo basta richiedere il kit Geno2.0 a genographic. nationalgeographic. com e seguire le istruzioni. Che poi prevedono solo di sfregarsi l’interno delle guance con una specie di spazzolino da denti e rispedirlo in un contenitore sterile. Poi una mattina vi ritrovate nella posta elettronica un messaggio che annuncia che i risultati sono disponibili. Magari, come me, non ci troverete grosse sorprese — al di là del fatto che una parentela con i Neanderthal, almeno come ce li hanno sempre dipinti, può dare qualche inquietudine — ma avrete partecipato a un progetto scientifico di portata mondiale. E potrete fantasticare sul cammino dei vostri geni, sulle disavventure, i disagi, i pericoli, le malattie che i vostri antenati hanno dovuto affrontare per arrivare fino a voi. Qui e ora”.

Ecco la mappa delle migrazioni umane pubblicata da Repubblica:

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