ROMA – “La situazione della guerra in Libia è in un vicolo cieco. E la posizione italiana è particolarmente incomprensibile, oltre che scomoda e difficile. E pensare che il colpo di Stato che nel 1969 portò Gheddafi al potere lo hanno organizzato i nostri servizi segreti. Così come hanno contribuito al fallimento del tentativo degli egiziani di buttarlo giù nel giugno 1980. A dire il vero, hanno organizzato anche il colpo di Stato che portò al potere in Tunisia Ben Alì, oggi scalzato dalla “primavera araba”, e abbiamo finanziato la guerra di liberazione algerina contro i francesi”. A parlare è Rosario Priore, il magistrato che prima in qualità di consulente della Commissione parlamentare sulle stragi e poi in qualità di giudice istruttore sul disastro di Ustica ha accumulato una grande conoscenza della realtà libica. Ricordiamo che per disastro di Ustica si intende l’esplosione in volo sul cielo di quell’isola il 27 giugno 1980 di un aereo di linea dell’Itavia, scomparso in mare con i suoi 81 passeggeri. Esplosione molto probabilmente dovuta a un missile lanciato da un aereo o da una nave militare di nazionalità fino ad oggi sconosciuta per colpire il velivolo sul quale avrebbe dovuto trovarsi Gheddafi. Insomma, una strage dovuta a un tragico errore.
Dottor Priore, partiamo dall’inizio: cosa ci può dire di preciso riguardo al ruolo italiano nel golpe che portò il colonnello al potere in Libia?
“Se ne occupò la frazione filoaraba dei nostri servizi militari, che all’epoca si chiamavo Sid e se non ricordo male erano guidati dall’ammiraglio Eugenio Henke. Un particolare curioso è che molte cose vennero decise in un albergo di Abano Terme mentre l’ignaro re Idriss se ne stava in un altro albergo termale in Turchia. Alle terme il re della Libia e alle terme i golpisti. A voler fare dell’ironia potremmo parlare di golpe termale”.
E qual è stato il ruolo italiano nel salvare Gheddafi al potere nell’80?
“E’ una vicenda piuttosto complessa. A voler buttar giù Gheddafi erano soprattutto gli egiziani, o meglio gli Usa con l’aiuto degli egiziani. Tant’è che venne costruito rapidamente un grande aeroporto militare a ovest de Il Cairo, per accogliere gli aerei che avrebbero dovuto colpire la Libia e trasportarvi truppe e armi. Gli americani vi fecero atterrare anche aerei dotati di bombe atomiche di piccola potenza, credo più come arma di pressione che di eventuale utilizzo quando fosse iniziata la rivolta contro Gheddafi”.